Presenze migranti in Italia, uno sguardo di insieme

Presenze migranti in Italia, uno sguardo di insieme

 

Secondo i Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, pubblicati da ANPAL e Ministero del Lavoro, i cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia all’inizio del 2019 erano 3.717.406. Le 16 principali comunità sono originarie di:

Albania, Bangladesh, Cina, Ecuador, Egitto, Filippine, India, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Perù, Senegal, Sri Lanka, Tunisia e Ucraina.

Il  38% del totale è proveniente da Marocco, Albania, Cina e Ucraina.

 

Sono in crescita le comunità indiana, bengalese, pakistana e nigeriana, diminuiscono invece le presenze tunisine, marocchine e moldave. Per queste ultime comunità i rapporti suggeriscono però che questi dati siano collegati all’aumento di acquisizioni di cittadinanza da parte di cittadini originari di questi paesi.

Sono infatti 103.478 i cittadini originari di un paese extra europeo che hanno acquisito cittadinanza Italiana: in primo luogo provenienti dall’Albania (quasi 22mila persone), seguiti da marocchini, brasiliani e – con un certo scarto – indiani.

I dati mostrano un equilibrio di genere tra i migranti  (uomini 51,5%, donne 48,5%), sebbene all’interno delle varie comunità possano trovarsi delle differenze anche molto grandi:

nella comunità ucraina o moldava, si rileva una netta prevalenza femminile (con rispettivamente il 78,5% e il 66,6% di donne), in quella   senegalese e bengalese c’è una componente maschile che si attesta rispettivamente al 73,6% e al 72,3%. Una diretta conseguenza della composizione dei flussi migratori e della composizione della società di provenienza.

 

I minori stranieri sono 809mila, il 21,7% dei regolarmente soggiornanti. Il numero maggiore si rileva nella comunità egiziana (33,2%), quella minima nella comunità ucraina (8,9%)

 

Se i dati evidenziano una riduzione dei flussi in ingresso, aumentano però i ricongiungimenti familiari che sono nel 2019 il maggior il motivo di rilascio della maggior parte dei nuovi permessi di soggiorno. Solo il 6% dei nuovi titoli di soggiorno sono legati a motivi di lavoro. Secondo i dati del Ministero competente, la quota di forza lavoro di cittadinanza extra UE si attesta al 7,4%, caratterizzata soprattutto da impieghi a bassa professionalizzazione.

Nel report si evidenzia infine un segnale di stabilizzazione delle presenze straniere, con un aumento di due punti percentuali dei lungo-soggiornanti nel 2019 rispetto al 2018. La quota di lungosoggiornanti risulta maggiore nelle comunità moldava (78,6%), ecuadoriana (76,8%), ucraina (74,1%), tunisina (73,8%), marocchina (70,8%) e albanese (70,7%), che possono contare su una storia di maggiore “anzianità migratoria”, mentre risulta più bassa nelle comunità nigeriana (36,7%), pakistana (48,9%) e bengalese (55,9%).

Per maggiori informazioni, e per le schede relative alle maggiori comunità straniere è possibile consultare il link del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

4 giugno 2020