Premiazione del concorso di letteratura migrante “Le cose che non sapevo di amare”

Premiazione del concorso di letteratura migrante “Le cose che non sapevo di amare”

Sono stati premiati, lo scorso 28 luglio presso Casa Cidis, i vincitori del concorso di letteratura migrante “Le cose che non sapevo di amare”, organizzato da Cidis nell’ambito del progetto Passaparola. Due le sezioni di concorso, una dedicata al racconto breve ed un’altra al video racconto, per ognuna delle quali sono stati selezionati i migliori tre elaborati. Inoltre, tutti i racconti presentati per il concorso sono stati raccolti in un libretto che Cidis ha donato a tutti i presenti. Di seguito il giudizio della giuria e i lavori selezionati.

Il primo classificato per la sezione “Racconto breve” è Joseph Perfection Mabiala-Henri con “Lontano dagli occhi ma non lontano dal cuore”

L’autore attraverso una scrittura ricca e densa, seppur lineare e discorsiva, restituisce in maniera sentimentale le tensioni, le amarezze, le difficoltà e i cambiamenti intervenuti nei rapporti sociali a causa della pandemia. I ricordi quotidiani della vita prima del COVID-19 assumono un valore e un significato diversi. Ogni momento vissuto nell’inconsapevolezza della sua importanza, infatti, viene adesso riletto alla luce delle privazioni a cui siamo stati sottoposti: “Niente più caffè con i miei amici. Non sapevo di amare così il caffè. Avevo imparato a fare il caffè da solo, ma senza loro il caffè non aveva più lo stesso gusto”. Si scopre, allora, che ogni azione, anche la più banale, come ad esempio bere un caffè in compagnia, ci rende parte della famiglia umana e ci lega profondamente all’altro. L’autore coglie pienamente il tema del concorso, riflettendo sull’importanza dei rapporti umani: “Quando sono arrivato in Italia non ero abituato a ricevere gli abbracci in ogni momento e a darsi dei baci; ma dopo circa tre mesi passati da solo senza nemmeno una stretta di mano, senza questi dolci abbracci fra amici quando ci incontravamo, mi accorgo che non sapevo di amare così tanto gli abbracci”. La condizione di solitudine, inoltre, diviene ancora più complessa per chi si trova in Italia da poco e sta tentando di costruire e sedimentare nuovi legami, ma, come scrive brillantemente l’autore: “È vero che si dice ‘Lontano dagli occhi, lontano dal cuore’, ma io credo che si possa essere lontano dagli occhi ma non per forza lontano dal cuore. Perché i ricordi nella mente ci permettono di essere vicini con l’anima. E solo così si può combattere la disperazione della lontananza”. Con profonda consapevolezza e maturità riflessiva l’autore coglie pienamente ciò che dona significato al viaggio dell’uomo, in senso metaforico, sia personale che collettivo, scrivendo “Ho scoperto viaggiando nel metrò che il viaggio è più bello e più sicuro quando siamo vicini gli uni agli altri”.

Il secondo classificato per la sezione “Racconto breve” è l’autore che ha utilizzato lo pseudonimo  CID con “Domani sarà felice”

Il partecipante, attraverso l’uso di una scrittura poetica ed evocativa, oltre che densa di figure retoriche, compone un racconto intimista che svela le paure e le speranze più profonde che emergono sullo sfondo della pandemia. Il dolore dovuto all’esclusione sociale è un tema dominante e viene restituito in maniera complessa. L’autore, vivendo l’esperienza dell’isolamento, si sente, infatti, spiritualmente vicino a tutte le persone che quotidianamente vengono respinte e abbandonate, a coloro, quindi, che vivono ai margini e che rappresentano gli ultimi della storia. Scrive, difatti, l’autore, “È vero, la quarantena ha calpestato la nostra libertà, prima di tutto la libertà di circolazione, ma immaginate milioni di persone in fuga dai loro paesi per la guerra, per l’insicurezza, respinte alle frontiere per un documento, per un pezzo di carta che decide della loro vita e della loro morte, trattati come invasori, immaginatelo e rivalutate tutto”. Con questo appello, che risuona come un monito, l’autore ci invita a non restare indifferenti e ad essere grati per quello che si possiede. Infine, viene affermata con forza l’importanza dei legami umani che sanno lenire il dolore nella bellezza dell’ascolto e del sostegno: “Non voglio più portare il peso della nostalgia da solo. Adesso ho delle persone al mio fianco, una nuova famiglia. Adesso ho qualcuno con cui piangere il mio dolore”.

Il terzo classificato per la categoria “Racconto breve” è Musah Awudu con “Punti sensibili”

L’autore mostra un’ottima consapevolezza stilistica e compositiva, capace di restituire, attraverso un impianto narrativo semplice e lineare, le complessità dell’animo umano, utilizzando un linguaggio sferzante e ironico, in equilibrio tra tenerezza e cinismo. In uno scenario di silenzio e incertezze dovuto alla pandemia, che l’autore descrive come “un mondo carico di silenzio e depressione sospeso nell’aria come nuvole che minacciavano di scatenare una forte tempesta tropicale”, il protagonista si invaghisce della vicina di casa, Stella, una giovane donna disinvolta e solare. L’improvviso attrazione provata stravolge l’equilibrio del protagonista che ricerca volontariamente solitudine e isolamento e che non vive con sconforto le proibizioni dovute alla pandemia: “Pensavo che nulla sarebbe cambiato per quelli come me che avevano scelto di vivere da soli, si erano abituati a quel conforto e lo consideravano l’unico modo per godere incondizionatamente della libertà. Isolamento sociale e indipendenza personale: un interessante binomio”. Con sapienza e intelligenza narrativa, l’autore mette sotto la lente di ingrandimento le differenze di genere e culturali e le personali manie e ossessioni, dettagliando le declinazioni più sottili dell’animo umano. L’affermazione “Io sono un prodotto del nostro mondo folle come tutti”, infine, rappresenta la consapevolezza profonda delle dinamiche che caratterizzano la società odierna e che sono state sconvolte e ridefinite dalla pandemia, la quale per molti ha rappresentato un confine personale presso il quale ridefinire anche sé stessi.

Per quanto riguarda la sezione “Video Racconto” la prima classificata è Yulianti Kurnianingsih con “Le nostalgie portate dal coronavirus”
L’autrice Yulianti KURNIANINGSIH vince per la forza che esprime il suo lavoro che attraverso un montaggio efficace, riesce a comunicare l’importanza delle cose semplici, apparentemente scontate, a cui tutti abbiamo dovuto rinunciare, cogliendo in pieno il focus del bando di concorso.

Secondo classificato per la sezione “Video Racconto” è Nagi Check Ahmed con “Stare Insieme”
Nel lavoro video presentato “Stare insieme” spicca la capacità dell’autore di raccontare, partendo dal proprio vissuto, la mancanza dell’altro come sentimento diffuso durante la pandemia. Il video offre una prospettiva ricca di spunti interculturali che si amplia ed evolve riuscendo ad affermare gli elementi identitari che si fanno comunità. Fanno da sfondo immagini di una città deserta e silenziosa che trasmettono il vuoto interiore, personale e collettivo, dovuto al non poter stare insieme.

Terzo classificato per la sezione “Video Racconto” è l’autore che ha utilizzato lo pseudonimo di Adam con “Le cose che non sapevo di amare”

L’autore racconta abilmente il rapporto tra il proprio corpo, i sentimenti che sta provando e il mondo circostante. La tranquillità della natura accompagna la voce fuori campo dell’autore in un viaggio introspettivo dove la cura del corpo diventa cura delle proprie emozioni. In questo modo Adama Coulibaly mostra come il rapporto con gli altri sia una conseguenza del rapporto con sé stessi, lasciando ben intendere quanto sia importante raggiungere un equilibrio personale ottimale, affinché le relazioni con gli altri siano sane.

Napoli, 28 luglio 2021