Ocean Viking: 180 migranti bloccati in mare senza porto sicuro

 

Nonostante non sia più tra i primi temi del dibattito pubblico, nel Mediterraneo continua incessante l’attività delle ONG impegnate nel salvataggio dei migranti che tentano di raggiungere le coste europee con mezzi di fortuna.

È il caso di SOS Mediterranee con la sua Ocean Viking. L’imbarcazione ha ripreso le operazioni lo scorso 22 giugno, dopo essere rimasta nel porto di Marsiglia per tre mesi a causa della pandemia. In queste ultime ore la ONG francese ha denunciato la “mancanza di solidarietà” da parte dei paesi dell’Unione Europea che si rifiutano di far attraccare l’imbarcazione che al momento ospita a bordo 180 migranti partiti dalla Libia.

“Ancora una volta siamo lasciati in un limbo senza alcuna indicazione di un porto di sbarco”. Donne, uomini e bambini a bordo sono stati tratti in salvo in quattro diverse operazioni nell’arco di cinque giorni al largo di Malta e Italia, alcuni naufraghi sono in mare da più di 8 giorni. 

La prima delle operazioni di salvataggio è avvenuta vicino Lampedusa lo scorso 25 giugno e ha interessato 51 persone su una imbarcazione di legno in acque internazionali. Con il proseguire dei recuperi, Ocean Viking ha chiesto più volte (senza riscontri positivi) la designazione di un porto sicuro a Malta e Italia. Al momento solo uno dei sopravvissuti è stato evacuato dalla Guardia Costiera italiana a causa del deteriorarsi delle sue condizioni di salute.

La situazione per gli altri naufraghi rimane difficilissima. In una serie di comunicazioni, l’organizzazione ha informato che diversi migranti si sono gettati in mare in preda alla disperazione o hanno espresso intenti suicidi. L’indefinitezza della loro situazione attuale non farebbe che acuire il trauma delle torture subite in Libia: “I sopravvissuti mostrano segni di agitazione, depressione, affaticamento mentale estremo. Il disagio psicologico causato dal loro trauma in Libia e dalla situazione attuale è insostenibile. Devono sbarcare subito”.

Questo stallo sembra ripetere quello di due anni fa con la nave Aquarius che fu costretta ad un lungo viaggio verso Valencia per vedere sbarcare i migranti salvati in mare. Due anni che non sono serviti ad impedire che esseri umani (con la sola colpa di fuggire per cercare un futuro più sicuro per sé e le proprie famiglie) siano abbandonati in mezzo al mare in attesa di macchinose soluzioni istituzionali.

 

3 luglio 2020