Libia, 147 migranti messi in salvo accolti a Roma

Sono arrivati all’aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma), in seguito all’escalation della crisi libica, 147 migranti evacuati dal paese nordafricano, tra loro 68 minori, dei quali 46 non accompagnati, e 60 donne.

Una vera e propria evacuazione umanitaria, decisa a seguito di una verifica dell’Acnur (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) in alcuni centri libici che ha portato al sicuro in Italia migranti originari di Eritrea, Somalia, Sudan, Etiopia e Siria.

I profughi erano attesi dal sottosegretario all’Interno, Stefano Candiani, e da personale sanitario e dai mediatori culturali che hanno prestato prima assistenza. I minori non accompagnati saranno con tutta probabilità trasferiti in comunità del Molise e della Campania (Avellino) e dell’Abruzzo mentre gli adulti rimarranno nel Lazio in strutture dislocate tra le province di Rieti, Viterbo e Roma.

Quello di martedì non è però un corridoio umanitario ma, come specificano funzionari dell’Acnur, una operazione di emergenza. Corridoi umanitari per i migranti detenuti in Libia, e non solo, sono chiesti da molto tempo tra l’altro dalle organizzazioni non governative. Anche il Papa si era espresso a riguardo: “Faccio appello perché specialmente le donne, i bambini e i malati possano essere al più presto evacuati attraverso corridoi umanitari”. Anche la Comunità di Sant’Egidio e la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ha chiesto al premier Giuseppe Conte di avanzare a Bruxelles la proposta di un “corridoio umanitario europeo” che consenta l’arrivo di 50.000 migranti l’anno da ripartire su base volontaria tra i paesi dell’Unione. Il modello sarebbe quanto già avviato dal protocollo d’intesa tra la Federazione, Sant’Egidio, la Tavola valdese e i Ministeri dell’Interno e degli Esteri per i profughi siriani provenienti dal Libano.

Intanto la situazione in Libia si fa sempre più confusa e drammatica, con centinaia di morti e decine di migliaia di sfollati, nel mezzo di uno scontro tra il governo finora riconosciuto dalla Comunità internazionale e le truppe insorte del generale Haftar.