La Sea Eye 4 attracca al porto di Napoli con oltre 100 persone a bordo. Le testimonianze

Gli attivisti: “Occorrono soccorsi rapidi in mare e poi la regolarizzazione delle persone accolte”

di Daniele Pallotta

Il giorno 6 febbraio la nave Sea Eye 4 è attraccata al porto di Napoli. L’equipaggio ha soccorso e salvato dal naufragio un’imbarcazione di migranti che tentavano la traversata del Mar Mediterraneo, in fuga dalle condizioni invivibili dei loro Paesi d’origine.

106 persone sono state tratte in salvo, tre sono morte durante il viaggio. Mamadou Gueye, mediatore interculturale, comunica che a bordo c’è un bambino che ha perso la madre. “Cosa gli dirà il padre?” si chiede commosso.

35 bambini a bordo, di cui 22 sono minori non accompagnati.

Gli attivisti presenti al molo criticano la decisione iniziale del governo di disporre che Pesaro fosse il primo porto di sbarco. Solo le difficili condizioni climatiche hanno portato a cambiare rotta verso Napoli. “La scelta di andare a Pesaro avrebbe provocato ulteriori giorni di navigazione, nonostante i feriti a bordo ed i minori non accompagnati” denuncia Laura Marmorale di Mediterranea Saving Humans.

“E’ stata attivata la rete dell’accoglienza” dichiara il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Tuttavia gli attivisti del Movimento Migranti e Rifugiati di Napoli chiedono che “ci sia un progetto reale di accoglienza e regolarizzazione dei migranti”. “Il calvario di queste persone spesso continua – spiega Majema Faje – Restare senza documenti significa essere esposti al rischio di continuare ad clandestini e di essere rinchiusi nei centri di permanenza per i rimpatri, una sorta di punizione per la condizione di clandestinità”.

Napoli, 13 febbraio 2023