Il popolo della sanatoria non si arresta: il 25 giugno l’incontro con il Viceprefetto

Il popolo della sanatoria non si arresta: il 25 giugno l’incontro con il Viceprefetto

L’impegno di un aumento del numero di convocazioni per le pratiche di emersione dal lavoro sommerso, un allargamento del tavolo del consiglio territoriale alle associazioni che presentino istanza di partecipazione, la richiesta di una proroga del contratto dei lavoratori interinali che in questi mesi stanno curando le pratiche in prefettura per scongiurare ulteriori ritardi, sono alcuni dei temi discussi, lo scorso 25 giugno, dal viceprefetto di Napoli, Sergio Di Martino, nel corso dell’incontro in Prefettura con il popolo della sanatoria, rappresentato da Marilena Passaretti, vice presidente di Hamef APS, Hei Tabessi, rappresentante dei migranti che hanno presentato domanda di emersione, Pierre Preira, presidente Associazione dei Senegalesi di Napoli, Camilla Iovino, segretaria regionale UIL Campania, Jamal Qaddorah, responsabile immigrazione CGIL Campania, Khalid Saady, presidente ANOLF CISL Napoli.

Dopo il presidio del 20 maggio, gli organizzatori si erano accordati su un successivo incontro per monitorare l’andamento delle convocazioni delle domande di emersione del lavoro irregolare. Oggi, sono circa 100 le convocazioni a settimana effettuate dalla Prefettura di Napoli. Sono tante le difficoltà legate alla procedura che rallentano la macchina burocratica. Ancora non è chiaro l’esito per i lavoratori che hanno perso il datore di lavoro, ancora non si capisce come andrà a finire per le idoneità alloggiative. Si sente forte da parte delle associazioni e dei sindacati la necessità di ritrovare quei canali di comunicazione che già erano blandi e che si sono interrotti a causa della pandemia. Per questo motivo è stato chiesto l’allargamento del Consiglio territoriale per le migrazioni. Attraverso la presentazione dell’istanza di partecipazione, gli enti che si occupano di assistenza ai migranti potranno partecipare alle riunioni del Consiglio. Già più volte, era stato sottolineato come le lunghe attese abbiano influito negativamente sui diritti dei lavoratori, costringendo molti di loro al ricatto della presenza del datore di lavoro in fase di convocazione, fondamentale per confermare l’esistenza del contratto di lavoro.

“Abbiamo fatto presente che non è possibile bloccare in un limbo le circa 20.000 persone che solo a Napoli hanno presentato domanda di emersione e che hanno delle famiglie oltre il confine che stanno aspettando insieme a loro – comunica Hamef APS in una nota rilasciata dopo l’incontro -Purtroppo, siamo consapevoli del fatto che la Prefettura di Napoli non potrà risolvere tutte le problematiche discusse oggi, ci sarà bisogno di agire anche nazionalmente. Ci sarà bisogno di allargare la piattaforma perché non solo le pratiche di sanatoria sono bloccate. Ripartiamo dai diritti: le persone che ora stanno aspettando per avere il permesso di soggiorno non hanno ricevuto alcun tipo di sussidio durante questa pandemia. Hanno pagato ogni tampone e ogni medicina così come hanno pagato per poter partecipare all’emersione. Ripartiamo dagli invisibili che in Campania sono circa 95.000. Perché finché resti nell’ombra sei sempre preda facile della criminalità organizzata. Il popolo della sanatoria non si ferma, in queste ore si sta organizzando per delineare nuove iniziative di protesta e di lotta”