Finalmente ho conosciuto Abdikani

Finalmente ho conosciuto Abdikani

Sono stati 5 mesi di lavoro intenso. Tanta inutile burocrazia, rabbia, voglia di appicciare tutt’ cos’. Poi tanta solidarietà, enorme sostegno da parte di molte persone, medici, cooperanti, attivistə, amicə, conoscenti. Alla fine siamo riuscitə a far venire Abdikani in Italia ed a farlo operare. Non era per nulla scontato, è stato molto complicato ma né è valsa assolutamente la pena.

Nel 2020 gli avevano dato sei mesi di vita ma a quanto pare non ha molta voglia di morire. A febbraio è stato operato per la sua seconda volta, questa volta all’ospedale di Caserta, e quando ha riaperto gli occhi ha rivisto il padre che da settimane non riusciva a vedere perché la vista era nettamente peggiorata.

Ora non soltanto vede maggiormente ma riesce a camminare meglio, anche se ha bisogno di sostegno e dovrà fare fisioterapia, oltre che chemio e radio. C’è però qualche speranza in più di poter vivere una vita decente, non è poco.

Nonostante ciò l’alienazione e la rabbia permangono, e non potrebbe essere diversamente. In Somalia ci sono tantissime altre persone che necessitano di cure di qualità, centinaia di persone continuano a morire nel Mediterraneo.. e noi non siamo in grado di costruire un cambiamento radicale. Riusciamo a mettere qualche pezza qui e lì mentre gli squarci della nostra società sono enormi e si moltiplicano costantemente.

Il mondo gira nel lato opposto di quello che vorremmo.

Ciò che mi rincuora è sapere che anche se aiutare poche persone ci può sembrare non bastevole se confrontato col numero di esseri umani che ne avrebbero bisogno, quel che si riesce a fare significa tutto per gli Abdikani dei quali incrociamo le vite . Ma non ci si può adagiare, è necessario organizzarsi collettivamente ed in maniera strutturale in tutto il Paese.

C’è una canzone di Giovanni Truppi che mi piace assai, si chiama “l’unica oltre l’amore”. Nel testo viene detto che c’è una cosa “l’unica oltre l’amore che dice davvero chi sei (..) È quella cosa che ci divide tra chi simpatizza con chi vince, e dall’altra parte, ovunque, da sempre e per sempre, chi simpatizza con chi perde”. Le mie sorelle ed i miei fratelli sono quellə che simpatizzano con chi perde, tuttavia simpatizzare non basta. Bisogna parteggiare, in maniera radicale. La fase storica ce lo richiede senza esitazioni.

P.S. Abdikani ha finalmente la sua maglia del Napoli, col numero 10 ed il suo nome scritto sopra. Quando mi ha salutato mi ha dato un bacio sulla mano pregno di dolcezza.

È tutto quello che serve per proseguire. 

di Vincenzo Forino