Emersione dal lavoro nero, chiuse le domande. I dati finali

Emersione dal lavoro nero, chiuse le domande. I dati finali

Alla mezzanotte dello scorso ferragosto si è conclusa la procedura di “Emersione dei rapporti di lavoro 2020”.

Il Ministero dell’Interno ha pubblicato il report conclusivo contenente i dati definitivi dell’intera procedura. 

Sono state 207.542 le domande presentate (circa la metà di quelle inizialmente preventivate), l’85% delle quali ha riguardato lavoratrici e lavoratori domestici (colf e badanti), solo 30.694 le richieste di emersione per rapporti di lavoro subordinato nel settore agroalimentare.

La Campania è la seconda regione dopo la Lombardia per domande inviate nel settore del lavoro domestico  (26096 richieste), mentre è al primo posto per quelle riguardanti il lavoro subordinato (6962 invii).

Per quanto riguarda i dati provinciali, Napoli, Caserta e Salerno sono rispettivamente al secondo, quarto e quinto posto per regolarizzazione di colf e badanti. Per la seconda tipologia, la provincia di Caserta è risultata, come già dai primi giorni, al primo posto per richieste inviate (con Napoli e Salerno al quarto e al quinto posto).

Approfondendo i dati, le domande per collaboratori e collaboratrici familiari sono state oltre 122mila, mentre più di 54mila riguardano le badanti. Per il lavoro subordinato riguardano in stragrande maggioranza (oltre 29.500) l’agricoltura, residuali sono la pesca e altri settori.

Guardando le nazionalità dei lavoratori, invece, nel settore della collaborazione domestica la classifica è guidata da Ucraina, seguita da Bangladesh, Pakistan, Georgia e Marocco. Per il lavoro subordinato, invece, le prime cinque nazionalità dei lavoratori sono Albania, Marocco, India, Pakistan e Bangladesh. Sugli oltre 176mila datori di lavoro che hanno presentato domanda per il settore domestico, invece, 136.138 sono di nazionalità italiana, mentre, per il lavoro subordinato, sono italiani 28.013 datori su 30.694 richiedenti.

La procedura di emersione ha comunque lasciato fuori decine di migliaia di migranti non impiegati nei settori individuati dal provvedimento o impossibilitati a partecipare per via dei costi previsti. Organizzazioni del terzo settore e sindacati hanno, sin da subito, criticato le restrizioni legate al settore lavorativo e chiesto una nuova iniziativa simile che possa, finalmente, comprendere i tanti migranti ancora invisibili.

27 agosto 2020