Caporalato, arresti in provincia di Salerno.

Caporalato, arresti in provincia di Salerno.

Nell’ambito di una indagine della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, all’alba di lunedì 18 marzo, la Procura di Salerno ha disposto misure cautelari per 35 persone: arresti domiciliari e obblighi di dimora sono scattati per  a seguito di una indagine partita nell’agosto 2015 sul fenomeno del caporalato nella Piana del Sele. L’attività degli inquirenti ha portato alla luce lo sfruttamento dei migranti, regolari e irregolari, nel lavoro agricolo e l’esistenza di una vasta rete criminale con base in provincia di Salerno ma estesa fino alla Francia e al Belgio. Degli indagati farebbero parte numerosi commercialisti e imprenditori italiani. Agli imprenditori agricoli locali veniva assicurata manodopera sottopagata, o quasi a costo zero, in cambio di contratti di lavori fittizi.

Il caporalato, presente in Italia da decenni, si è maggiormente diffuso con le recenti ondate migratorie da Africa, Europa Orientale, Balcani e Asia. La condizione di difficoltà economica e la frequente condizione di irregolarità dei migranti, infatti, li rende particolarmente ricattabili a situazioni che spesso sfociano nella dipendenza se non in vera e propria schiavitù.

Nonostante l’approvazione della legge 199/2016 di contrasto al lavoro nero e al caporalato, continuano a perdurare fenomeni del genere soprattutto – ma non esclusivamente – nelle campagne del sud Italia.

Dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori agricoli giunge un plauso all’operazione e un appello affinché le istituzioni nazionali e locali intervengano maggiormente per arginare il fenomeno. “Attivando tavoli istituzionali dove discutere di trasporto e collocamento pubblico in agricoltura che rappresentano […]  misure efficaci e concrete per isolare i caporali e ripristinare la legalità in agricoltura”, sostiene in una nota la Flai-Cgil.