Agro Pontino, trasporto pubblico gratuito per contrastare il caporalato

 

SaC 2019, è questa la sigla che campeggia da qualche giorno su alcuni bus della Cotral(l’azienda pubblica del trasporto in Lazio) per identificare le linee gratuite dedicate ai braccianti agricoli. I territori interessati sono quelli di Sezze, Maenza, Roccagorga, Latina, Pontina, Sabaudia e Terracina, nell’Agro Pontino, caratterizzati in questo periodo dell’annodall’intensa attività di raccolta nelle campagne, quindi maggiormente esposte al fenomeno del caporalato.

SaC sta per “Stop al Caporalato” e identifica l’iniziativa nata da un Protocollo di Intesa siglato lo scorso gennaio tra Regione Lazio, Sindacati e i comuni dell’agro pontino “per un lavoro di qualità in agricoltura”.

La necessità di agire sui trasporti nasce proprio per interrompere il rapporto con i “caporali” che spesso “offrono” il servizio navetta, dai campi agli alloggi, a tutti quei braccianti che non hanno la possibilità di spostarsi autonomamente. In cambio, i braccianti, devono cedere una porzione del proprio compenso giornaliero, finendo così sotto il totale controllo dei caporali che gestiscono anche ore di lavoro e momenti di pausa.

Sul fianco degli autobus spicca la scritta “Lavori in agricoltura? Vogliamo tutelare i tuoi diritti” nelle lingue maggiormente utilizzate dai braccianti del pontino, oltre all’italiano quindi, anche il rumeno, il punjabi, lingua degli indiani sikh. Per spiegare le tutele cui hanno diritto i lavoratori del settore, inoltre, sono distribuiti migliaia di volantini, anche in inglese e francese, in cui è spiegato come ottenere le tessere per la libera circolazione sui bus dedicati. L’unico requisito è avere un contratto di lavoro o essere iscritti alle liste di prenotazione in agricoltura o all’App FairLabor” che offrirà i servizi di prenotazione plurilingue disponibili 24/7.

Quella laziale è una iniziativa che può essere preziosa, non solo per combattere il caporalato, ma anche per salvare vite: sono numerosi i casi di cronaca nera che narrano di migranti coinvolti in incidenti stradali, spesso mortali, mentre si recano nei campi per guadagnare pochi euro al giorno.