Viaggio negli Sprar/Siproimi della Campania. In partenza a Caserta il Siproimi per MSNA

 

Giovedì 21 novembre 2019 è stata la firmata la convenzione tra Comune di Caserta e Cidis Onlus per l’avvio del progetto Siproimi per Minori stranieri non accompagnati a Caserta. Il Siproimi   (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati) è la struttura che con il Decreto legge n. 113/2018, ha sostituito lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo, rifugiati e minori stranieri non accompagnati).

Incontriamo Lidia Massi, operatrice di Cidis Onlus e referente del nascente Siproimi riservato ai MSNA di Caserta, per farci dare qualche informazione in più. 

Ciao Lidia e grazie per averci incontrato. Puoi darci qualche informazione sul progetto?

Il progetto Siproimi per i Minori Stranieri Non Accompagnati di Caserta è stato presentato a ottobre 2018 ed è frutto di una coprogettazione con il Comune di Caserta. A fine luglio, abbiamo ricevuto conferma del finanziamento da parte del Ministero dell’Interno. Nel Siproimi di Caserta si prevede l’accoglienza di 24 migranti tra i tredici e i diciotto anni arrivati soli in Italia  in tre diverse strutture/comunità alloggio, quindi 8 per struttura. I primi posti già disponibili sono quelli della Comunità Casa Ariel, una struttura del Cidis che già in passato è stata utilizzata per la prima accoglienza di MSNA. La platea di beneficiari sarà molto variegata: il Siproimi, attualmente e per i MSNA, si caratterizza infatti sia come prima che come seconda accoglienza, quindi esperienze e gradi di integrazione sul territorio differente. 

Come spiegheresti ai nostri lettori la differenza maggiore, per organizzazione e per gli operatori, tra Siproimi per i minori ed uno “classico”?

Ciò che caratterizza progetti di accoglienza di questo genere è uguale, ovvero accoglienza integrata e diffusa e lavoro sull’autonomia dei migranti. Non direi che il lavoro previsto sia più difficile, è semmai più stimolante e intenso. Ciò che caratterizza il Siproimi minori è il lavoro maggiore sulla tutela dei beneficiari e sulla creazione di una rete territoriale più vasta (Tribunale per i minorenni, assistenti/servizi sociali, tutori) e anche una attenzione se possibile maggiore di accompagnamento all’autonomia. Lavoriamo affinché al compimento dei 18 anni e 6 mesi di età (termine ultimo per la permanenza in SIPROIMI, in mancanza di un prosieguo amministrativo da parte del Tribunale per i minorenni, che ne autorizzi la permanenza fino a 21 anni) tutti i beneficiari siano autonomi. 

Quali sono le figure professionali e le attività previste per il Siproimi?

Come immaginerai le figure coinvolte sono molte: sicuramente gli educatori (impegnati nel seguire tutta la parte dell’accoglienza materiale, l’accompagnamento sanitario, i controlli medici) e  mediatori culturali; non mancherà una operatrice legale che si occuperà di tutte le pratiche relative allo status legale del minori, il suo lavoro sarà particolarmente complesso in virtù del fatto che la platea di beneficiari, come dicevamo prima, è costituita da ragazze e ragazzi che possono essere appena arrivati o in Italia da un po’. Ci sarà inoltre un operatore dedicato all’orientamento e all’inserimento lavorativo, importantissimo per il lavoro sull’autonomia. Chiaramente sono previsti operatori notturni che, insieme a educatori e operatori, la presenza sulle 24h. Qualora poi emergano situazioni particolari ci si rivolgerà a figure esterne, sia dei servizi pubblici che di organizzazioni appartenenti a quella rete locale che Cidis Onlus ha rafforzato nel corso dei numerosi anni di attività a Caserta.

A proposito di rete, come pensate di rafforzare il legame con il territorio?

Il fatto che l’ente gestore sia il comune ci darà grande forza nel rafforzare/consolidare il rapporto con gli altri enti territoriali, un elemento in più per fare rete. Come dicevo, Cidis ha già una rete stabile di contatti costruita in oltre vent’anni di attività sul territorio. Intendiamo sicuramente rafforzarla per poter dare ai beneficiari quante più occasioni di integrazione, informazione e formazione. Una rete efficiente è necessaria per inserire i migranti nel territorio e responsabilizzarli, certo, ma anche farli sentire parte di un territorio, stimolando rapporti umani che vanno oltre le attività previste dal progetto.

La scuola sarà certamente parte di questa rete: i ragazzi minori di 16 anni frequenteranno la scuola con i loro coetanei, gli altri il CPIA. Ulteriori attività verranno create stimolando la collaborazione con altre associazioni del territorio, ad esempio con il volontariato perché abbiamo rilevato nel corso degli anni che questo aiuta i ragazzi ad inserirsi, facendoli appunto sentire parte di una comunità cui danno un contributo reale. In passato abbiamo collaborato con realtà affermate come il Piedibus (organizzato dal Comitato città viva), associazioni di disabili e ambientalistiche. Fare rete ci consentirà di offrire ai ragazzi diverse opportunità, in linea con le proprie inclinazioni e passioni.

In collaborazione con le aziende del territorio potremmo inoltre offrire opportunità formative e lavorative ai ragazzi maggiori di 16 anni. Infine, importantissimo sarà il valore delle famiglie inserite in questa rete virtuosa: intendiamo continuare a promuovere l’affido familiare. Questo è uno strumento, nelle sue varie declinazioni, a servizio del Siproimi e su cui il Cidis lavora da qualche anno.

L’affido è alla base del vostro progetto Mai più Soli!, uno dei tanti di Cidis che coinvolge i minori….

È dal 2015 che il Cidis in Campania lavora sulla prima accoglienza dei minori in Campania  ma sono molti i progetti diretti principalmente ai minori e ai neomaggiorenni. Solo per citarne alcuni: 

Giovani Campani che, con capofila la Regione Campania, mira alla autonomia dei MSNA, sviluppando le loro  competenze chiave per costruire percorsi di emancipazione economica e abitativa; 

Popeye, che favorisce l’inclusione sociale dei minori stranieri non accompagnati e dei neomaggiorenni arrivati in Italia da soli presenti sul territorio campano attraverso la realizzazione di interventi di accompagnamento all’autonomia lavorativa e di vita; 

Mai più Soli!, infine, focalizzato proprio sulla pratica dell’affido in famiglia per i MSNA e dell’accoglienza in famiglia per i noemaggiorenni.

Quale pensi sia il valore di tale attività per i beneficiari e la comunità?

L’implementazione di un progetto del genere sul territorio è importante, serve a sconfiggere il pensiero dominante, la narrazione negativa su immigrazione e i migranti. Anche nel piccolo, con la presenza delle comunità di minori in un condominio, possono esserci effetti positivi. Ricordo le reazioni di paura e tensione quando a Prata Sannita (comune di mille abitanti nell’entroterra casertano) istituimmo una comunità di prima accoglienza per solo 8 minori. Al momento della partenza dei beneficiari era la stessa comunità a non volerli lasciare più andare!  Se si lavora a una inclusione e a una integrazione reali che coinvolgano davvero tutta la comunità, si creano legami duraturi che hanno un impatto profondo, e positivo, per l’intera comunità ospitante.

Cosa vuol dire per te lavorare a un progetto del genere?

Era il mio sogno da anni, e non solo mio ma di tutto il Cidis. Abbiamo già vari Sprar in Italia (in Umbria, Calabria, Campania) ma abbiamo tutti molto desiderato lavorare a un progetto di accoglienza focalizzato sui minori. Lo abbiamo desiderato molto per la sua importanza e rilevanza. È un lavoro che dà incredibili soddisfazioni, che crea storie bellissime. È un lavoro stimolante, intenso, importante e sono certa che questa esperienza può essere molto utile chiaramente ai beneficiari ma anche per il futuro e come crescita sia personale, mia e degli altri operatori coinvolti,  ma anche dell’intera città.

Grazie Lidia per il tuo tempo, sicuramente torneremo a raccontare le attività del vostro progetto. 

Proprio a conclusione del nostro incontro, Lidia ha ricevuto una telefonata dal Servizio Centrale Sprar/Siproimi che informava dell’arrivo a Caserta dei primi due minori nelle strutture di Caserta. Torneremo ad incontrare Lidia e gli operatori del Siproimi per farci raccontare come procede il loro lavoro.