Un ciclo di incontri per promuovere la partecipazione attiva delle associazioni dei migranti

Un ciclo di incontri per promuovere la partecipazione attiva delle associazioni dei migranti

Nell’ambito del progetto Impact Campania, LTM Ong propone due cicli di incontri, di cinque appuntamenti ciascuno, per promuovere la partecipazione attiva delle associazioni dei migranti nella regione. L’intero percorso ha l’obiettivo di incentivare attività di animazione sociale e di amplificare la voce delle associazioni straniere negli spazi di confronto pubblico.

Dopo i primi due incontri, che hanno già ottenuto una discreta partecipazione, abbiamo incontrato Rocco Conte, responsabile della progettazione di LTM, per sapere come sta andando.Ricordiamo che per iscriversi agli incontri è possibile mandare una mail all’indirizzo conte@ltmong.org precisando: nome e sede dell’associazione e il proprio account Skype.

Benvenuto, puoi raccontarci come nasce questa iniziativa?

Questo percorso si doveva fare già tempo fa, pre-covid, adesso stiamo facendo gli incontri on-line, con tutte le difficoltà legate a questa modalità. Proprio oggi ero in riunione con questo gruppo che già coinvolge dieci associazioni di migranti per un percorso che abbiamo, più o meno, strutturato insieme. L’idea è organizzarlo sulla base delle esigenze e delle proposte delle associazioni, senza nulla di preconfezionato. L’iniziativa nasce da piuttosto lontano, perché negli anni passati ci sono già state delle iniziative di livello nazionale che hanno coinvolto vari territori, tra cui anche la Campania. Mi riferisco al Summit Internazionale delle Diaspore, un progetto durato quattro anni e supportato dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che ci ha portato ad incontri nei diversi territori, coordinati da un nucleo centrale a Roma, con l’obiettivo di costituire un Forum. In realtà, era un progetto di così ampio respiro che non è riuscito ad incidere sui territori e a costituire reti, poiché quello era l’obiettivo: costituire e, laddove già esistevano, valorizzare le reti di associazioni di migranti e associazioni per i migranti. Ci siamo resi conto che in Campania non siamo riusciti a esprimerci in maniera univoca, eleggendo dei rappresentati che portassero la voce del territorio a Roma, come è successo su altri territori. Allora abbiamo detto perché essere da meno degli altri e non proviamo a costituire una rete con un coordinamento?

Secondo questa esperienza, su quali aspetti bisogna intervenire?

Personalmente ho già esperienza in questo campo, perché mi occupo anche di altri coordinamenti, in particolare quello di Cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale, di cui sono portavoce per la Campania, che è composto da Ong, quindi parliamo di organizzazioni più strutturate. Le associazioni di migranti si rendono conto che mancano di risorse e, qualcuno di loro ha ammesso, anche di competenze e per accedere alle risorse ci vogliono le competenze. Quindi è un percorso che stiamo strutturando in questo modo, forti anche dell’entusiasmo per un’altra cosa che è successa ultimamente e cioè la costituzione, al Comune di Napoli, della Consulta dei migranti. Adesso è operativa, con l’elezione di un presidente e un segretario, che sono due donne, ed è formata da associazioni di migranti e di associazioni per i migranti, ma quello che è importante è che i migranti riescano a rappresentarsi da soli, senza essere sottoposti all’interpretazione di altri. Ecco perché con il percorso vogliamo aumentare la consapevolezza e, in qualche modo, dare energia affinché ci si riesca a vestire in maniera attiva e proattiva degli abiti istituzionali. Esistono, e devono esistere, delle realtà istituzionali anche a livello regionale, ma per ora hanno una scarsa partecipazione. 

Cosa prevedete per i prossimi incontri?

Ci siamo strutturati in modo tale che le associazioni che partecipano siano artefici del percorso. Quindi non abbiamo precostituito un percorso, ma abbiamo lanciato degli input e sulla base di quello che sarà il ritorno da parte delle associazioni costruiremo i restanti incontri. Questo è un modo per promuovere il protagonismo delle associazioni.  Finora, le cose che sono venute fuori sono già molto importanti, cioè la consapevolezza della difficoltà  ad accedere a risorse per far funzionare le associazioni. Spesso le associazioni sono rappresentazioni delle comunità e quindi le comunità in qualche modo si mobilitano per quelle iniziative che interessano particolarmente la comunità stessa, ma accedere a risorse anche ristrette per loro sarebbe una bella boccata di ossigeno, almeno per sostenere le spese vive.

Come valorizzare il lavoro delle associazioni?

Valorizzare l’associazionismo significa anche trovare il modo con cui possano accedere alle risorse, anche piccole, ma per poter arrivare a questo c’è un passo precedente cioè imparare a strutturare un minimo di progettazione per poter chiedere queste risorse e per gestirle bene. Quando si tratta di risorse pubbliche, vanno gestite con una certa coerenza e nel rispetto di procedure e proprio il rispetto di procedure implica già delle competenze, che molte oggi non hanno, per loro stessa ammissione. Allora, per il prossimo futuro, ci siamo immaginati già un bel corso sulla progettazione per far capire ai responsabili delle associazioni la complessità di certi percorsi. 

Uno dei problemi è il dialogo tra le stesse associazioni, alla luce di questo perché è importante fare rete?

Fare rete e dialogare tra le associazioni non è facile, a meno che non si trovi un punto in comune. Molto spesso le associazioni sono espressione di una comunità, quindi di una nazionalità, e fra di loro non è scontato che nasca automaticamente quel feeling necessario ad accomunarle. La comunanza, in questo caso, è data dal fatto che siamo stranieri in Campania, a Napoli, e bisogna chiedersi quali sono le istanze che noi dobbiamo iniziare a portare verso le istituzioni. Di fronte ad un input di una sola associazione e di una comunità l’Istituzione si disimpegna, quando invece la voce, nell’associazionismo, diventa più forte, più rappresentativa, allora l’Istituzione non può tirarsi indietro così facilmente. Ecco perché la Consulta del Comune di Napoli è importante, perché adesso sarà una voce ufficiale e strutturata soprattutto.  

Quale può essere il primo approccio alla progettazione?

Come LTM, alcune associazioni più strutturate, quelle con cui abbiamo già fatto dei percorsi insieme negli anni passati, le abbiamo messe come partner in progetti specifici sostenuti con finanziamenti pubblici.  Come partner a pieno titolo cioè gestiscono anche una parte del budget e questo li costringe ad imparare le procedure.  Di questo sono molto fiero perché spesso appaiono nei partenariati però rimanendo a margine con un ruolo secondario. Solo coinvolgendole in progetti possono maturare l’esperienza necessaria. 

Quanti incontri restano ancora da fare?

 Dobbiamo fare ancora 8 incontri e contiamo di farli entro la fine di maggio e contiamo di finire questa serie di incontri con due cose in particolare: un piccolo numero di istanze da portare al Comune di Napoli attraverso la Consulta e creare le basi per la costituzione del Coordinamento Campano delle associazioni.

 

Napoli, 15 aprile 2021