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  • 24 Ago 2019
  • 17.00
  • Villa Literno (CE), Cimitero

Trent’anni dall’omicidio di Jerry Masslo. Il 24 agosto cerimonia in ricordo a Villa Literno

 

Domenica 25 agosto saranno passati trent’anni dall’assassinio a Villa Literno (CE) di Jerry Essan Masslo, rifugiato sudafricano vittima del regime dell’apartheid cui era stato negato l’asilo politico al suo arrivo in Italia.

La sua morte violenta generò una grandissima emozione sia nel casertano sia in tutta Italia. Pochi giorni dopo, un grande sciopero di italiani e stranieri ebbe luogo proprio a Villa Literno; a Roma si ebbe la prima, imponente, manifestazione antirazzista nazionale. Soprattutto, la morte di Masslo indusse il governo guidato allora da Giulio Andreotti a varare una riforma delle norme che regolavano l’immigrazione e il diritto d’asilo: finalmente, con l’approvazione della legge 39/1990 (la Legge Martelli), venne eliminata la restrizione geografica che limitava – tranne rare eccezioni – la possibilità di chiedere asilo politico ai soli immigrati provenienti dal blocco sovietico.

 

Jerry Masslo era arrivato in Italia il 20 marzo del 1989. Attivista politico contro il regime razzista e segregazionista allora vigente in Sudafrica, decise di lasciare il paese dopo aver perso il padre e un figlio di appena 7 anni durante le proteste contro il governo. In quel periodo il governo sudafricano era sottoposto a durissime critiche e a un boicottaggio a livello internazionale per la violenza con cui la minoranza bianca al potere sopprimeva le proteste della maggioranza nera, le organizzazioni in difesa dei diritti umani, gli oppositori politici (il più importante dei quali, imprigionato per oltre 25 anni, era il futuro presidente Nelson Mandela).

Masslo arrivò a Fiumicino dalla Nigeria, dopo aver acquistato un biglietto aereo con gli ultimi beni in suo possesso. Appena atterrato in Italia chiese asilo ma questo, appunto, gli venne negato. Una lunga trafila burocratica lo vedrà bloccato per quattro settimane in aeroporto, impossibilitato ad uscire o a proseguire il suo viaggio. Grazie all’intervento di Amnesty International e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), gli venne concesso di poter entrare in territorio italiano accolto dalla Comunità di Sant’Egidio di Roma. In quel momento era riconosciuto ufficialmente come rifugiato dall’ONU ma non dalla Repubblica Italiana, che gli concesse solo un permesso temporaneo che gli rendeva impossibile trovare una vera occupazione ed essere economicamente autonomo.

Le cronache del tempo raccontano di un uomo profondamente religioso, stupito dal clima di accoglienza e fratellanza trovato alla Comunità di Sant’Egidio, lontano anni luce dall’apartheid del suo paese natale.

A pochi mesi dall’arrivo, dopo aver trovato qualche sporadico lavoretto, decise di spostarsi verso le campagne dell’agro aversano, dove in estate già allora moltissimi migranti lavoravano come braccianti. Le loro condizioni di vita erano terribili: sfruttamento, pessime condizioni igienico sanitarie, razzismo diffuso. Diverse organizzazioni sindacali, cattoliche, di migranti provavano a contrastare la situazione e anche Masslo partecipava a queste rivendicazioni. Fino al giorno del suo omicidio.

Nella notte tra il 24 e il 25 agosto, una banda di pregiudicati locali fece irruzione nella baracca dove anche egli viveva per rapinare i migranti. I criminali non si aspettavano una reazione delle vittime, una fiera opposizione a vedersi privati delle poche lire guadagnate negli ultimi mesi. La situazione degenerò in fretta, alcuni colpi di pistola colpirono Jerry Masslo al petto, uccidendolo prima dell’arrivo dei soccorsi.

L’enfasi mediatica fu enorme: alcune reti nazionali aprirono i propri notiziari con la notizia dell’omicidio del lavoratore migrante, Rai 2 trasmise in diretta la cerimonia. Il 28 agosto, su richiesta della Cgil, si tennero funerali di Stato a cui parteciparono diversi membri delle istituzioni, tra cui l’allora Vicepresidente del Consiglio Gianni De Michelis.

Il 20 settembre un primo sciopero dei braccianti contro caporalato, sfruttamento e razzismo paralizzò la raccolta in provincia di Caserta. In quegli stessi giorni la presidente della Camera dei Deputati Nilde Iotti, incontrò proprio a Villa Literno una delegazione di migranti.

La mobilitazione della società civile fu ugualmente decisa.  Il 7 ottobre con la prima grande manifestazione antirazzista a Roma, dedicata alla memoria di Jerry Masslo, e al contempo con la nascita di numerose organizzazioni antirazziste sul territorio. È il caso dell’Associazione Jerry Masslo, fondata da medici proprio nell’agro aversano, o anche Nero e non solo! con base a Caserta che organizzerà, nel primo anniversario dell’omicidio, il “Villaggio della Solidarietà”. Un grande campo dotato di servizi per gli immigrati intitolato a Jerry Masslo, allestito grazie all’ impegno di volontari da tutta Italia.

Andrea Riccardi, animatore della Comunità di Sant’Egidio, scriverà poco dopo l’omicidio: “Il dibattito sui terzomondiali nel nostro Paese va verso soluzioni una volta tanto rapide. Paradossalmente, l’assassinio di Jerry Essan Masslo ha realizzato questo percorso”. Ed infatti già nel febbraio venne approvata la legge 39/1990. La Legge Martelli, dal nome del ministro promotore del provvedimento, costituì il primo tentativo di riforma organica dell’immigrazione, ridefinendo lo status di rifugiato (eliminando le clausole geografiche per le richieste d’asilo), introducendo la programmazione dei flussi di arrivo dall’estero, precisando le modalità di respingimento alla frontiera e di soggiorno nel Paese. Per la prima volta, anche a livello istituzionale si riconobbe l’Italia non più come solo paese di emigrazione ma di immigrazione.

Il ricordo di Jerry Essan Masslo non si è esaurito in tutti questi anni. Associazioni e sindacati continuano a preservare la sua memoria, organizzando numerose iniziative contro il caporalato nei campi, il razzismo nella società e una gestione del fenomeno migratorio più umana e vicina ai bisogni delle persone costrette loro malgrado ad attraversare i confini.

Come ogni anno dal 1989, inoltre, la Comunità di Sant’Egidio e la Cgil di Caserta organizzeranno una cerimonia in ricordo dell’assassino al cimitero di Villa Literno, dove Masslo riposa: sabato 24 agosto alle 17.00. Per l’occasione il sindacato ha invitato  “tutte le forze democratiche e antirazziste (…) alla commemorazione che quest’anno assume se possibile ancora più valore, in considerazione del clima d’odio e di intolleranza  nei confronti dei migranti e delle organizzazioni che si dedicano al loro salvataggio in mare e alla tutela dei loro diritti”.