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Event Info:

  • 13, 14, 15 dicembre
  • Napoli, Salita Pontecorvo 65

Torna a Napoli il Mercato Meraviglia: in mostra artigiani, designer e creativi

Torna a Napoli il Mercato Meraviglia, l’appuntamento è per i giorni 13, 14 e 15 dicembre nella Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Montesanto, a Salita Pontecorvo 65, dove saranno esposti quaranta progetti di autoproduzione, attentamente selezionati.

Il Mercato Meraviglia nel corso degli anni ha dato visibilità ad oltre 200 progetti di produzioni realizzate a mano legate allo sviluppo dell’artigianato e del design del territorio. La tre giorni sarà caratterizzata da numerose attività formative e laboratoriali per adulti e bambini, quali spettacoli di musica dal vivo e dj set, workshops, performance teatrali e visite guidate.

Per conoscere meglio le attività e la storia del Mercato Meraviglia, Stranieriincampania vi propone due interviste, la prima ad Alessandra Basile, co-fondatrice dell’Associazione Archintorno, promotrice dell’iniziativa, e la seconda a Paola Russo, coordinatrice dell’associazione Black and Withe e responsabile per il progetto Action Woman.

 

Alessandra Basile benvenuta su Stranieriincampania, ci racconti come nasce l’idea del Mercato Meraviglia?

Il Mercato Meraviglia è una fiera indipendente del design e dell’artigianato che vuole promuovere gli oggetti fatti a mano e tutto ciò che è indipendente per creare un canale di visibilità per progetti che trovano poco spazio. Sono 7 anni che portiamo avanti questa iniziativa ormai giunta all’undicesima edizione. L’evento nasce in Messico, lo organizzavo con delle amiche desainer prendendo spunto dai mercati artigianali messicani in cui alla qualità e alla creatività dei prodotti si uniscono eventi collaterali come concerti, spettacoli, visite guidate, laboratori per bambini ed adulti. Il design e l’artigianato costituiscono la base e poi ci sono tutta una serie di attività di contorno. L’evento nasce in Messico nel 2012 e poi si trasferisce a Napoli nella sede della nostra associazione Archintorno.

Un’iniziativa molto ricca di attività che si pone diversi obiettivi, quali sono?

Sì, certo. L’associazione Archintorno nasce nel 2005 e lavoriamo alle Scalze dal 2009, ci occupiamo di cooperazione internazionale, rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio. Tutti temi collegati tra di loro e che rientrano nel Mercato Meraviglia che si basa su tre assi fondamentali. Quello principale è l’attenta selezione dei progetti di autoproduzione per promuovere al pubblico una varietà di prodotti originali e innovativi. L’altro pilastro è la valorizzazione dei beni in cui l’evento viene ospitato. Questa della Chiesa delle Scalze è la nostra sede di lavoro, ma è anche un po’ una missione che è quella di far riscoprire un bene che è stato per anni abbandonato. Abbiamo capito che il Mercato Meraviglia ci ha permesso di portare un pubblico abbastanza eterogeneo a Salita Pontecorvo che non è una strada turistica né di passaggio. E’ stata una sfida quella di riuscire a portare gente, vinta con il Mercato Meraviglia. L’ultimo pilastro è quello della creazione di comunità, perché questo non è un mercato normale, ma rappresenta un luogo in cui si creano delle relazioni e spesso nascono delle collaborazioni anche tra gli stessi espositori. Si è creato uno spazio di condivisione.

Quali sono le novità di quest’anno?

Le attività di quest’anno sono divise su tre giorni ed ogni sera ci sarà un concerto dal vivo gratuito. Poi ci saranno le visite guidate e un punto ristoro. Quest’anno ci sono due novità fondamentali, abbiamo organizzato dei workshop creativi a cui chi viene può partecipare, uno è di incisione su gomma e stampa su tessuto e l’altro è di decorazione di ceramica, quest’ultimo tenuto da un’artista ospite tra gli espositori. Altra novità è la collaborazione con la casa vinicola Vinicoltori De Concilis, collaborazione che nasce da un bando per i creativi che hanno partecipato al Mercato Meraviglia per creare un’etichetta del vino Bacioilcielo edizione speciale Mercato Meraviglia. Un modo per stimolare la creatività e realizzare un’etichetta speciale di un vino della vendemmia di quest’anno per la vendita dell’anno prossimo.

Tra gli espositori di quest’anno figura la sartoria di Action Woman in Castel Volturno che dividerà lo spazio con un altro progetto di inclusione sociale legato ad un laboratorio di sartoria

Ogni anno cerchiamo di dare spazio ad un progetto sociale che abbia a che fare con il design e l’artigianato. Quest’anno ci saranno i giovani di Inclusione Alternativa e li ospitiamo per far nascere delle collaborazioni e far arrivare ad un pubblico più ampio progetti che normalmente faticano a trovare spazio. Per noi è un modo per valorizzare un progetto di talenti che fanno cose bellissime: Action Woman e il laboratorio di sartoria.

 

Ringraziamo Alessandra Basile per la disponibilità e approfondiamo la storia della sartoria di Action Woman in Castel Volturno con la responsabile del progetto Paola Russo a cui chiediamo di raccontarci come nasce l’idea della sartoria 

La Sartoria si appoggia per il momento all’Associazione Black and White, La Casa del bambino dei Missionari Comboniani e nasce come progetto nell’ottobre 2018. All’epoca, ebbe inizio un piccolo laboratorio di sartoria, cominciato con un piccolissimo finanziamento chiesto dall’associazione Black and Withe ad una fondazione privata veronese che si occupa di formazione professionale. In quel momento comincia ad assumere un aspetto diverso, inizia a coinvolgere persone provenienti da altre parti d’Italia, nigeriane ma anche napoletane e romane, una fashion designer, pezzi di comunicazione, esperti di formazione professionale che hanno intrapreso un cammino insieme e lo stanno portando avanti proprio per la creazione vera e propria della sartoria. Il progetto della sartoria di Castel Volturno si chiama Action Women in Castel Volturno, ma il nome della sartoria lo stiamo ancora scegliendo, nel senso che noi l’anno scorso abbiamo scelto una direzione che andava verso il ritorno alle radici e quindi la sartoria, per ora, ha preso il nome di Temporary roots, Radici temporanee, che fa riferimento al radicamento in un posto nuovo.

Da dove provengono le partecipanti al laboratorio?

Le nostre protagoniste sono sei sarte in progress, nigeriane, io preferisco dire nigeriane di Castel Volturno, per sottolineare quanto l’appartenenza non sia solo legata al luogo di provenienza ma anche al luogo in cui si mettono le radici. Questo luogo è Castel Volturno, un luogo che fa molto gola alle cronache per cose negative che non per le cose positive che vi avvengono.

Le donne che partecipano al progetto avevano già esperienza di sartoria nel loro paese di origine?

Questa rappresenta la novità del nostro progetto rispetto ad altri, tutte le donne, tranne una, non avevano nessuna esperienza sartoriale. Ancor prima di pensare al progetto, quando si trattava solo di un piccolo laboratorio, si cominciò con il mettere insieme ago e filo. Il nostro focus è proprio la formazione, infatti le donne da ottobre scorso vengono formate da esperte ed esperti che si avvicendano e le donne seguono anche degli stage presso una sartoria napoletana, la Sartoria Teatrale Canzanella. Al momento loro sono riuscite a fare due stage di una settimana, della durata di 30 ore ciascuno, in cui hanno lavorato su un abito partendo dalle misure, quindi dal cartamodello fino alla realizzazione completa.

Che tipo di capi e di prodotti realizzate?

Abbiamo un prodotto già uscito, proprio l’anno scorso al Mercato Meraviglia, che si chiama Skaf – Mettitelo bene in testa, che è una fascia-turbante simbolo di appartenenza ma anche di mescolanza. Il turbante è un copricapo utilizzato da molte culture nel mondo, non solo da quella africana. Quindi abbiamo portato in giro il turbante realizzato con tessuti wax, tipici africani, ma in realtà l’origine del wax è olandese e quindi segue il percorso coloniale, unendo anche cotone, lana, velluti e sete che hanno aspetti più europei. Oltre allo skaf e al turbante stiamo realizzando anche una sciarpa che è di nuovissima produzione. Poi durante gli stage le partecipanti hanno realizzato una giacca e un abito nel primo percorso e due abiti nel secondo.

Come è possibile acquistare i capi o mettersi in contatto con voi?

La vendita è la cosa su cui stiamo lavorando, al momento è avvenuta solo attraverso mercati, dal Mercato Meraviglia l’anno scorso, quest’anno abbiamo partecipato ad una fiera a Milano, Design No brand, ad altri mercati a Napoli. Altri contatti avvengono attraverso i nostri canali social. Siamo ancora legati all’Associazione Black and Withe, quindi al momento non sono tecnicamente vendite ma donazioni, perché gli incassi vanno a coprire i costi del progetto ed ovviamente alle ladies che producono.

Quest’anno avete chiesto di condividere il vostro spazio espositivo con un altro laboratorio di sartoria promosso dall’Associazione Inclusione Alternativa. Come nasce questa collaborazione?

Noi abbiamo incontrato gli amici di Inclusione Alternativa recentemente e ci siamo accorti di quanto siano molto vicini i progetti pur se geograficamente lontani, perché noi siamo a Castel Volturno e loro sono a Napoli. Loro sono giovani sia come fascia di utenza che come realtà associativa. Ci siamo incontrati da Che Follia, che è un emporio sociale a via Tribunali, ad un evento organizzato per mettere insieme alcuni progetti sociali. E lì abbiamo deciso di cominciare un pezzo di strada insieme. Abbiamo poi chiesto al Mercato Meraviglia se potevamo condividere il nostro spazio con loro, hanno visto i loro progetti e hanno accettato il nostro stand condiviso. Io ringrazio il Mercato Meraviglia per essere sempre così sensibile ai progetti sociali, ringrazio Inclusione Alternativa con cui ci siamo piaciuti subito e ringrazio Stranieriincampania per l’attenzione che ci state dando.

 

QUI IL LINK AL PROGRAMMA COMPLETO