Studenti stranieri e didattica a distanza: stiamo lasciando indietro il futuro del Paese 

 

Il Ministero dell’Istruzione ha reso noti i dati sugli studenti con cittadinanza straniera nelle scuole italiane, un numero in costante crescita che incide per il 10% della popolazione scolastica complessiva. Infatti, su un totale di  8.579.879 iscritti per l’anno scolastico 2018/19, gli alunni stranieri sono 857.729 con un aumento di 16mila unità rispetto all’anno precedente, mentre gli studenti italiani sono diminuiti di 85mila.

Subito dopo la diffusione dei dati, il Centro Studi e Ricerche Idos ha pubblicato un comunicato in cui anticipa uno dei temi del prossimo Dossier statistico sull’immigrazione che riguarda proprio i giovani in età scolare: la questione della cittadinanza. I dati dimostrano che circa 2 studenti stranieri su 3 (il 64,5%) sono nati in Italia, ma non possono ottenere la cittadinanza. A tal proposito l’Idos parla di “razzismo istituzionale” e denuncia la mancanza di una riforma in grado di favorire il percorso di studi e di integrazione. La situazione è stata resa ancora più complicata dall’approvazione del Decreto Sicurezza del 2018 che ha introdotto requisiti più rigidi, costi più elevati e, per alcuni tipi di richiesta, tempi di risposta più lunghi. 

“La responsabilità principale – afferma Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS – è di una politica miope e anacronistica, da decenni paralizzata da un approccio ottusamente ideologico, la quale, unita a un sistema scolastico rivelatosi scarsamente attrezzato dinanzi all’emergenza e a dinamiche già ordinarie di emarginazione ed esclusione nei confronti degli stranieri, ha fatto esplodere, durante questa fase critica, tutte le gravi conseguenze della disparità sociale e di diritti che ha istituito. Né le recenti misure governative per il reddito delle famiglie e la cura dei figli rimasti a casa sono riuscite efficacemente a colmarla. Ne stanno facendo le spese, incolpevolmente, i giovani studenti che, volenti o nolenti, saranno la nuova generazione del paese. E quindi ne sta facendo le spese il futuro stesso dell’Italia”

La chiusura delle scuole per l’emergenza Covid-19 ha ulteriormente complicato la vita degli studenti stranieri e amplificato le disuguaglianze a causa della cosiddetta “sovrapposizione tra gli spazi e le lingue”. A tal proposito è dovuto intervenire lo stesso Ministero con il documento “È la lingua che ci fa uguali. Note per ripartire senza dimenticare gli alunni stranieri” diffuso dall’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’intercultura. Il lockdown non ha fatto altro che far emergere la povertà economica di alcune famiglie, italiane e straniere, che rischia di tramutarsi in povertà educativa. Infatti, secondo l’Istat  in Italia il 33,8% delle famiglie non dispone in casa di un pc o di un tablet e che il 41,9% dei minori vive in condizioni di sovraffollamento abitativo. Condizioni sicuramente non compatibili con la didattica a distanza.

Napoli, 28/7/2020