Regolarizzazione, solo 80mila le domande presentate

Regolarizzazione, solo 80mila le domande presentate

 

Stenta a decollare la regolarizzazione dei migranti approvata dal governo Conte bis. Nonostante i numeri paventati alla vigilia dell’apertura delle procedure (quando si parlava di più di 170mila richieste previste), al momento sono circa 80mila le domande presentate o in lavorazione. La stragrande maggioranza proviene da personale domestico (colf e badanti).

Il report del Ministero dell’Interno con dati aggiornati al 30 giugno scorso, indica in 69.721 le domande effettivamente inviate, di cui l’88% proveniente da lavoratori domestici e la restante parte da lavoratori subordinati in agricoltura e pesca.

Circa 10.500 domande rimangono in bozza (con percentuali di distribuzioni simili).

Se la Lombardia è decisamente al primo posto per domande inviate nel settore del lavoro domestico (quasi ventimila richieste), segue la Campania con 8878 invii. Negli altri settori, invece, sono le regioni del centro-sud (con storicamente maggior presenza di laboratori irregolari in agricoltura) quelle più interessate: in questo caso, la Campania è la prima regione per domande inviate e Caserta la prima provincia (con Salerno e Napoli rispettivamente al quarto e quinto posto).

Per quanto riguarda la nazionalità dei migranti che hanno presentato domanda di regolarizzazione, nel caso del lavoro domestico i dati sono abbastanza equilibrati: Marocco, Ucraina e Bangladesh sono i prima paesi di provenienza (con poco più di 6.000 domande a testa), seguiti a poca distanza da Cina, Albania, Perù, Egitto.

Distribuzione equilibrata anche nel caso del lavoro agricolo o della pesca, dove però le prime nazionalità rappresentate sono Albania, Marocco, India e Bangladesh.

Numeri così contenuti (con lavorazioni giornaliere che non superano le 4.500 unità), parrebbero dar ragione a chi – nelle scorse settimane – chiedeva di eliminare la settorialità, o allargare le maglie della regolarizzazione anche ad altri ambiti di impiego (come ad esempio l’edilizia) per consentire a un maggior bacino di cittadini di accedere all’emersione dal lavoro nero, e quindi dall’invisibilità davanti la legge. Nel frattempo, è stata prorogata al 15 agosto la possibilità di presentare domanda (qui parlavamo estesamente delle procedure da seguire).

3 luglio 2020