Poste Italiane chiarisce: i richiedenti protezione possono aprire un Conto di Base

Poste Italiane chiarisce: i richiedenti protezione possono aprire un Conto di Base

 

A partire dal 10 giugno, i richiedenti asilo hanno ufficialmente la possibilità di aprire un Conto di Base presso gli uffici postali con la sola esibizione del permesso di soggiorno provvisorio e quindi senza l’obbligo di esibire il passaporto come documento di riconoscimento. E’ quanto finalmente chiarisce la circolare di Poste Italiane del 7 giugno che emette una direttiva chiara e definitiva indirizzata alle migliaia uffici postali sul territorio. Ora dovrebbe quindi risolversi il persistente problema del rifiuto, da parte degli operatori, a procedere con le aperture dei conti correnti postali di base. Un rifiuto che aveva conseguenze immediate per migliaia di richiedenti protezione internazionali, impossibilitati a percepire – ad esempio – gli stipendi pure essendogli consentita dalla legge la possibilità di lavorare.

Si legge nella comunicazione diramata da Poste Italiane: “al fine di consentire una maggiore inclusione finanziaria, i soggetti richiedenti protezione internazionale possono richiedere l’apertura di un Conto di Base esibendo il solo permesso di soggiorno provvisorio, senza l’obbligo di esibire, congiuntamente al permesso, il proprio passaporto quale documento di riconoscimento. Il permesso di soggiorno provvisorio sarà pertanto considerato valido documento di riconoscimento del cliente che intenda aprire un conto corrente limitatamente: a richieste di apertura del conto di base; operazioni, sia occasionali che a valere su rapporto continuativo”. 

La nota di Poste Italiane conferma quanto già stabilito da Abi in una comunicazione inviata a tutti gli istituti bancari, lo scorso 19 aprile (ne avevamo parlato qui): tutti i richiedenti asilo hanno diritto all’apertura di un conto corrente di base anche in assenza di passaporto o carta d’identità. Basta il permesso di soggiorno, che verrà accettato come documento valido all’apertura e ad effettuare operazioni sul conto. 

Come fa notare Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) che per prima ha pubblicato la notizia: “In tal modo viene data effettiva applicazione al contenuto dell’art. 13 co.3 del Decreto Sicurezza (convertito in l. 132/2018) il quale prevede che tutti i servizi pubblici e privati vanno comunque garantiti nel luogo di domicilio del richiedente”.

Stranieriincampania ha sentito Sonia Oliviero, Segretaria generale della Slc Cgil di Caserta, la categoria sindacale che comprende i lavoratori delle Poste, per un commento sulla vicenda: “Poste Italiane nasce come ente pubblico e inclusivo per l’intera società. L’aver preso una posizione finalmente chiara sull’inclusività per i richiedenti asilo lascia ben sperare che abbia ancora a cuore l’attenzione alla parte sociale della sua missione originaria. Il chiarimento sulle procedure sarà infine utile a tutti i lavoratori degli uffici che potranno finalmente rispondere positivamente alle legittime pressioni dell’utenza, dopo aver applicato  le direttive aziendali”.

 

Leggi la comunicazione di Poste Italiane SpA