Nonostante il clamore mediatico si sia placato negli ultimi mesi, continua l’incessante attività di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo da parte delle ONG. Solo nel 2019 quasi 1300 persone sono morte nel tentativo di raggiungere le coste europee nel Mediterraneo centrale (secondo i dati raccolti dall’OIM), un numero che in realtà potrebbe essere molto più alto se si considera l’assenza di un monitoraggio istituzionale e capillare. Dalla fine delle operazioni di soccorso ufficiali dell’Unione Europea, le ONG sono diventate un tassello fondamentale per impedire la perdita di ulteriori vite umane e evitare che i migranti fossero riportati in Libia. Nel paese nordafricano, uomini e donne migranti sono sottoposti a torture e violenze fisiche, psicologiche e sessuali nei cosiddetti “Centri di detenzione”, descritti come veri e propri lager da ONG e istituzioni internazionali.

Questa notte SOS Mediterranée e Medici Senza Frontiere hanno soccorso a bordo della nave che gestiscono insieme, Ocean Viking, 184 migranti: 102 sono stati salvati a 80 miglia nautiche dalle coste libiche e 82 a largo di Malta. I naufraghi vanno ad aggiungersi a quelli salvati nelle precedenti tre operazioni di soccorso, 5 nelle ultime 72 ore, portando il totale degli ospiti sull’imbarcazione a 407.

SOS MEDITERRANEE è un network europeo composto da associazioni in Italia, Germania, Francia e Svizzera che supportano le operazioni di soccorso in mare e le attività di sensibilizzazione sul tema degli sbarchi.  Con la sola nave Aquarius, dal 2016 ha soccorso poco meno di 30.000 migranti nelle acque del Mediterraneo.

Medici senza frontiere è invece una ONG fondata nel 1971 a Parigi da medici e giornalisti con lo scopo di fornire assistenza e soccorso sanitario dove questi non sono garantiti.

Lo scorso 21 gennaio, dopo ben 4 giorni in mare, ad Ocean Viking era stato consentito far sbarcare a Pozzallo, in provincia di Ragusa, 39 persone di cui 19 minori non accompagnati.