Napoli, manifestazione antirazzista: comunità bengalese in piazza contro le aggressioni

 

Si è svolto questa mattina a Napoli il corteo antirazzista organizzato dalla comunità bengalese in Campania. Tante le persone accorse alla manifestazione anche da altri luoghi della regione. 

Un’iniziativa per chiedere maggiore sicurezza e diritti per tutti i cittadini stranieri a seguito della brutale aggressione subita dall’ambulante Roton Kalak, rimasto ferito questa estate dopo essere stato preso a sassate da una banda di ragazzini. Per saperne di più sui motivi della protesta, Stranieriincampania ha chiesto a  Syed Rajib, portavoce della comunità bengalese e candidato, lo scorso anno, al Comune di Napoli per il ruolo di rappresentante delle comunità straniere: “Oltre il problema dell’aggressione di agosto, sono numerose le violenze che i cittadini stranieri subiscono ogni giorno, in particolare i bengalesi. Soprattutto perché siamo delle persone pacifiche, facciamo una vita tranquilla, a testa bassa tra lavoro e famiglia, per questo è molto facile essere presi di mira dai violenti. I membri della mia comunità non rispondono alle provocazioni con la violenza, crediamo nelle istituzioni, abbiamo denunciato e speriamo che ci prendano in considerazione. Abbiamo voluto portare in piazza oggi tanti ragazzi che hanno subito aggressioni, tra di loro c’è anche Roton che non può parlare perché ha ancora i punti in bocca, ma fortunatamente sta guarendo. Lui è stato aggredito da 11 persone senza motivo, ma il motivo delle aggressioni è sempre lo stesso, perché siamo stranieri”.

Tra quelli che portano la propria testimonianza diretta c’è anche Hassan, 26 anni: “Io passo spesso nella zona di Porta Nolana e le aggressioni sono frequenti, senza motivo. I ragazzini passano sui motorini dando schiaffi alle persone, per loro è un gioco, ma certe volte si arriva a dei veri e propri pestaggi. Anche io sono stato aggredito una volta”.

Una folta rappresentanza arriva da Palma Campania, dove la comunità sta portando avanti una battaglia per il riconoscimento di un luogo di preghiera: “Fortunatamente a Palma Campania gli episodi di violenza sono rari – ci racconta Habib, portavoce di una delle cinque associazioni che operano sul territorio – ma non capisco perché in Italia non c’è la stessa legge ovunque: a Milano se ci sono musulmani c’è una moschea, a Venezia lo stesso, non capisco perché a Palma Campania non sia così. La comunità bengalese è composta da brave persone, abbiamo buoni rapporti anche con le autorità del posto, paghiamo le tasse. Cerchiamo solo un posto dove pregare, l’Imam è anche una guida per le persone, aiuta ad educare tutta la comunità, come i preti per la chiesa”.

Il corteo ha sfilato al grido di “Mai più razzismo” da piazza Garibaldi fino alla Prefettura per cercare un contatto con le istituzioni allo scopo di discutere anche altri problemi che interessano le comunità straniere che vivono sul territorio. In particolare c’è la questione legata alla rappresentanza. Lo scorso anno il Comune di Napoli ha dato la possibilità alle comunità straniere di eleggere un proprio consigliere comunale. Un’iniziativa particolarmente importante, che però rischia di far prevalere le necessità di una sola comunità su tutte le altre:  “Io mi sono presentato alle elezioni come rappresentante della comunità straniera a Napoli e non sono stato eletto – afferma Rajib – Durante la campagna elettorale ho cercato un contatto con le altre minoranze straniere, ma secondo me c’è un problema proprio di sistema, perché ci sono comunità più numerose che eleggeranno sempre un loro rappresentante. Chi viene eletto, però,  ha il compito di rappresentare tutte le comunità straniere, ma questo è difficile e porta una comunità a prevalere sulle altre”.