La fisarmonica di Petru  Birladeanu, vittima innocente di camorra, esposta a Montesanto

 

 

Il 26 maggio 2009, nei pressi della stazione Montesanto di Napoli,  Petru  Birladeanu  fu ucciso da un proiettile esploso durante una stesa di camorra. Petru aveva solo 33 anni, era giunto dalla Romania, con moglie e figlio, suonava la fisarmonica in cambio di qualche moneta dai viaggiatori. La sua unica colpa è stata trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato quando la sua personale “ricerca della felicità”, il desiderio di una vita migliore per sé e la sua famiglia, è stata fermata per sempre dalla barbara violenza della malavita.

Una storia che si ripete da anni. Giovani, vecchi, italiani, stranieri, morti e feriti, vittime innocenti sulla traiettoria del desiderio di prevaricazione  della criminalità organizzata. “Danni collaterali”, come si direbbe in un teatro di guerra.

Dieci anni fa, Petru si spense tra le braccia della moglie nell’indifferenza generale ma la sua morte, come spesso accade, scosse le coscienze. Molte sono state le iniziative in sua memoria, addirittura l’Eav – l’ente che gestisce la stazione cumana con capolinea proprio a Montesanto – nel 2016 gli ha dedicato la stazione da allora ribattezzata “Petru Montesanto”.

E il suo ricordo, a distanza di dieci anni è ancora vivo. Libera – l’associazione antimafia fondata da Don Ciotti – Fondazione Polis e Eav  hanno deciso di rinnovarlo ancora una volta posizionando il suo strumento musicale in una teca all’interno della stazione.

Un monito ad eterna memoria per le centinaia di migliaia di passeggeri che ogni mese attraversano la stazione, perché mai si dimentichi cosa è accaduto a Petru, di cosa è capace la camorra e di come la sua violenza sia cieca dinanzi all’età, all’estrazione, all’origine geografica.