Intervista a Maurizio Affuso degli RFC Lions Ska

Quando incontriamo Maurizio Affuso forti venti hanno colpito Caserta e dintorni per quasi giorni e i danni sono ingenti. È un momento concitato, tra frenetici messaggi ai compagni di squadra e telefonate alla FGCI per capire se la partita prevista di lì a un paio d’ore potrà effettivamente essere giocata. Si capisce subito che qui il calcio è una cosa seria…

Fondata nel 2011, la squadra degli RFC Lions Ska promuove e diffonde a Caserta e non solo l’idea di sport come momento di integrazione, uguaglianza e solidarietà contro ogni forma di discriminazione. Gli RFC Lions Ska hanno una loro tifoseria, gemellaggi ed esposizione mediatica.

Leader della squadra è Maurizio Affuso, musicista casertano che da vent’anni guida il gruppo Ska omonimo.

Stranieri in Campani: Maurizio, parlaci di come nasce il progetto degli RFC Lions Ska.

Maurizio Affuso: Il progetto nasce sette anni fa. Stavo andando con alcuni amici a una partita di calcio quando assistiamo ad una aggressione razzista ad un semaforo. Abbiamo subito invitato il ragazzo africano vittima di quell’aggressione a giocare con noi ricevendo in risposta “siete voi che verrete a giocare con noi”. Lui ci ha fatto conoscere un mondo parallelo dove i  ragazzi africani si incontrano in campi di periferia per giocare insieme. All’inizio eravamo noi a giocare contro di loro ma dopo aver capito che avremmo sempre perso (ride, nda) abbiamo deciso di fondare un’unica squadra. Per avere una stessa divisa abbiamo cominciato con il marchindising della band.

SiC: Da qui il nome della squadra.

M.A.: Sì, il nome deriva dal gruppo e dal leone simbolo dell’Africa.

SiC: Un progetto che nasce dal un impegno musicale e politico.

M.A.: Musicale, politico e  molto altro. L’obiettivo era creare una squadra di calcio antirazzista, in principio con soli giocatori africani. Poi l’idea iniziale si è allargata ed è diventato qualcosa di più. Un progetto contro qualsiasi forma di  discriminazione. Ora, anche se formalmente sono il presidente della squadra, questa è gestita da un collettivo dove tutti condividiamo le decisioni e le spese. Il progetto è autofinanziato, non abbiamo sponsor.

SiC: Anche se nata in maniera spontanea, la squadra ha proseguito il suo percorso con molta serietà. Oggi la squadra degli RFC Lions Ska partecipa ad un campionato federale.

M.A.: Si, dopo tre anni in campionati amatoriali ora giochiamo in terza categoria (il sesto torneo dilettantistico del campionato di calcio italiano, nda). All’inizio non volevamo approcciarci ad un campionato federale, avevamo il problema di molti ragazzi privi di documenti, quindi impossibilitati a tesserarsi ufficialmente.  I ragazzi che ora giocano nella squadra fanno parte di alcuni progetti S.PR.A.R. del territorio e sono quindi regolari. La decisione di affrontare il mondo del calcio federale deriva dalla volontà di portare il nostro messaggio nei campi della provincia di Caserta.

SiC: Il progetto poi si è evoluto. Oggi alla squadra di calcio si è affiancata una squadra di basket.

M.A.: Abbiamo voluto allargare il progetto ad altri sport, per diffondere ulteriormente questo messaggio di inclusione. La RFC Lions Ska Basket gioca attualmente nel campionato Uisp, un campionato molto serio e seguito.

SiC: I ragazzi della RFC provengono da ogni parte del mondo.

M.A.: C’è uno zoccolo duro senegalese, ma abbiamo avuto ghanesi, camerunensi, ragazzi brasiliani, sud americani, europei. È capitato che qualcuno, sul territorio magari per un erasmus, ci conoscesse e ci chiedesse di partecipare. Chiunque convidivida i nostri valori è il benvenuto.

SiC: In questo momento che valore ha, secondo te, un’esperienza come questa, una squadra di calcio con obiettivo principale l’antirazzismo?

M.A.: L’esperienza di sport popolare e antirazzista in Campania è guardata con ammirazione dal resto di Italia e d’Europa. Siamo certamente inseriti in un contesto politico e il nostro messaggio contro qualsiasi discriminazione arriva prima della parte sportiva. Penso che più passa il tempo e più progetti come il nostro aumentino, perché la vera integrazione passa da esperienze come queste. Il progetto aiuta i ragazzi stranieri a sentirsi casertani, a legarsi con il territorio, e i ragazzi casertani – magari non abituati – ad allargarsi alle differenze culturali, a stringere legami umani forti.

I legami che si sono creati nella squadra hanno anche avuto risvolti pratici: molti ragazzi hanno trovato lavoro, hanno cominciato una militanza sportiva in altre squadre. Maurizio definisce queste reazioni “miracoli”.

Forse in Campania siamo più abituati all’accoglienza, forse non abbiamo le stesse resistenze che si incontrano altrove.

SiC: Forse dipende dalla nostra storia, siamo abituati a popoli che arrivano e vanno

M.A.: Siamo più aperti, ci facciamo meno problemi

SiC: Tu hai anche scritto l’inno della Casertana, la squadra di calcio del capoluogo. Ci sono progetti comuni con loro o con altre squadre del territorio?

M.A.: Con la squadra della Casertana abbiamo organizzato per diversi anni iniziative antirazziste per combattere le discriminazioni nello sport. In questa occasione si prevedeva l’entrata congiunta in campo con indosso le magliette “Love football hate racism” e uno striscione che recitava “Caserta ripudia il razzismo”. Negli ultimi tempi questa iniziativa si è interrotta ma ci auguriamo che possa continuare in futuro. Nel frattempo lo striscione “Caserta ripudia il razzismo” è ben visibile sul campo dove giochiamo le partite in casa.

SiC: E per il futuro che progetti ci sono?

M.A.: Per noi è importante esistere. Questo progetto è molto importante per noi innanzitutto umanamente: io l’ho tatuato sulla pelle ma ci sono componenti della squadra cui gli RFC Lions hanno contribuito a dare uno scopo di vita. La sentono come una cosa importante per sé e per la città.

Gli RFC Lions ti danno la possibilità di portare avanti ideali di integrazione e antirazzismo sotto una nuova forma. Per il territorio, per i nostri tifosi, questo è importante. Il gruppo di tifosi che ci segue – la gradinata antirazzista – è composta da attivisti e ragazzi comuni che provano per  questa squadra un senso di appartenenza. Siamo consapevoli di questo ruolo, ci responsabilizza e non vogliamo deludere la città.

Mi piacerebbe che un’esperienza come la nostra possa essere riprodotta anche in altre città del nostro territorio. È importante per gli ideali e i principi che portiamo avanti.

Probabilmente dovremo rinunciare al campionato di terza categoria, per via della riduzione del numero di beneficiari dello S.P.R.A.R. e della possibilità che molti nostri compagni di squadra si trovino senza documenti. Non smetteremo di giocare però, torneremo tra gli amatoriali per continuare a  diffondere il valore dell’integrazione. Contro ogni forma di discriminazione.

Salutandoci, Maurizio torna al telefono: pare si giochi nonostante il maltempo. Lo sport non si ferma, l’antirazzismo neanche.

****** LE FOTO SONO PER GENTILE CONCESSIONE DI RFC LIONS SKA, DALLA LORO PAGINA FACEBOOK ******