Napoli, manifestazione in ricordo di Muhammed Benali
Un’ennesima vita spezzata nelle baracche di Borgo Mezzanone, la località in provincia di Foggia dove i braccianti migranti sono costretti a soggiornare durante il periodo della raccolta agricola.
El Hadji Malick Tiam (Muhammed Benali) aveva 37 anni, era un richiedente asilo originario del Senegal, musicista e artigiano che viveva stabilmente a Napoli da oltre tre anni. È morto in un incendio nella sua abitazione di fortuna nel ghetto pugliese. In sua memoria la Comunità Senegalese di Napoli ha indetto una manifestazione che partirà da Piazza Garibaldi per arrivare dinanzi la Prefettura. Lì si chiederà al Governo di garantire diritti per tutti quei migranti costretti dall’invisibilità ad accettare lavori in condizioni disumane, con pericoli per la propria vita e paghe misere.
“Non una casualità, ma una tragedia inaccettabile che pure si rinnova per l’ennesima volta e che ha come principale responsabile il razzismo istituzionale che persiste anche in questo paese – affermano gli organizzatori della manifestazione – Malick è stato costretto a lavorare e vivere in condizioni tanto degradanti dalle disuguaglianze e dalle discriminazioni che questo modello sociale gli ha riservato. Dall’ipocrisia di chi accetta la schiavizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici immigrat* nelle campagne, costretti a lavorare senza documenti, senza sicurezza, con paghe miserabili, alla mercè della brutalità di caporali e padroncini.”
Un messaggio di cordoglio è arrivato anche da LESS Onlus: “Questa bruttissima notizia ci colpisce particolarmente, Ben Ali è stato un nostro ex beneficiario, sempre collaborativo e sorridente. Con rabbia esprimiamo il nostro cordoglio per la sua prematura scomparsa ed invitiamo le istituzioni a mettere fine allo sfruttamento nel settore agricolo, dando tutele e diritti a chi ogni giorno lavora nei campi.
Affrontando come prioritaria una situazione che richiede interventi strutturali specifici, rendendo il sistema agricolo meridionale un volano per lo sviluppo economico e sociale all’insegna della tutela e dei diritti dei lavoratori e dei consumatori.”
La manifestazione di oggi coincide con una delle giornate internazionali di mobilitazione di “black lives matter”, il grande movimento partito negli Stati Uniti d’America contro le discriminazioni e la violenza sistemica che colpiscono la comunità afroamericana, e più in generale le minoranze. Black lives matter si è velocemente allargato a tutti i paesi occidentali, incrociandosi con le rivendicazioni dei migranti di prima e seconda generazione, che vivono quotidianamente discriminazioni per il colore della propria pelle o per la nazionalità.
In Italia, è tornata prepotentemente al centro del dibattito pubblico la questione dei decreti sicurezza e la loro revisione o abolizione – chiesta da attivisti, sindacati, Ong – promessa da una significativa parte della maggioranza di Governo ma non ancora attuata. Con l’approvazione dei decreti, migliaia di migranti in Italia sono stati privati del permesso di soggiorno per motivi umanitari e condannati all’irregolarità, di conseguenza soggetti più che mai al ricatto del caporalato e del lavoro nero.
L’appuntamento per oggi è alle 16.00 in Piazza Garibaldi (sotto la statua) per poi spostarsi alle 16.30 in Piazza del Plebiscito.
19 giugno 2020