Imprenditoria straniera e commercio itinerante nel nuovo rapporto di Unioncamere

Imprenditoria straniera e commercio itinerante nel nuovo rapporto di Unioncamere

 

Un rapporto di Unioncamere – l’ente che raggruppa le Camere di Commercio italiane – pubblicato nella giornata di oggi, evidenzia alcuni dati interessanti sul commercio itinerante in Campania e in Italia, offrendo un ulteriore spunto di riflessione sull’apporto dato dai migranti all’economia nazionale.

Il quadro generale mostra oltre 180mila operatori impegnati nel settore, costituendo quasi il 22 per cento dei commercianti del paese, attivi soprattutto nell’abbigliamento,  nel commercio generico e a seguire nell’alimentare.

Quasi il 56% degli imprenditori nell’ambulantato è costituito da immigrati, un dato in costante crescita negli ultimi cinque anni (+ 6 per cento) e distribuito in modo piuttosto equilibrato sul territorio nazionale. Non mancano però dei casi particolari.

La maggior parte dei commercianti itineranti opera come microimpresa individuale e quindi non stupisce se ancora una volta – come avevamo già scritto in precedenza – a guadagnare il primo posto in questa classifica, è Castel Volturno (Caserta). Qui, oltre i due terzi delle imprese commerciali è costituito da imprese “mobili”, per il 58% delle quali la titolarità è di immigrati dalla Nigeria. Non mancano altri esempi in cui la forte concentrazioni di imprese commerciali itineranti si accompagna alla prevalenza di una specifica nazionalità: a Caserta il 68,2% viene dal Senegal, a Reggio Calabria ha origini marocchine il 65,1% . Altre “maggioranze relative” si hanno anche a Palermo (dove quasi il 40 % degli ambulanti sono originari del Bangladesh) o a Olbia (un terzo del totale dal Pakistan).  Nei comuni campani citati dalla classifica di Unioncamere, solo Maddaloni (CE) e Afragola (NA), hanno una maggioranza di imprenditori italiani nel settore, con San Giuseppe Vesuviano (NA), con poco più del 52% di commercio itinerario di titolarità migrante, e Napoli con oltre il 73 % distribuito tra varie nazionalità estere.

Il ricorso al commercio itinerante – che comprende quello tipico delle fiere settimanali o il commercio ambulante propriamente detto – è una abitudine sempre viva tra i consumatori italiani, confermandosi come canale di vendita complementare alla grande distribuzione o ai negozi al dettaglio. Questi dati finiscono quindi con il costituire un ulteriore interessante spaccato sul rapporto tra imprenditoria – e autoimprenditoria – “straniera” e abitudini degli italiani, un rapporto sempre più stretto, quotidiano e complementare in una Italia sempre più multietnica.