Il Terzo tempo del Rugby Popolare di Salerno: raccolta fondi per le persone in difficoltà

 

Nonostante l’emergenza coronavirus scende in campo la squadra di rugby popolare di Salerno. Questa volta però senza paradenti e palla ovale, ma con mascherine e pacchi spesa destinati ai più bisognosi. L’iniziativa si chiama “Alimentiamo il sostegno” e consiste in una raccolta fondi per le persone in difficoltà. Ad organizzarla è Zona Orientale Rugby popolare di Salerno, attiva nella periferia della città dal 2015 per promuovere lo sport come strumento contro le discriminazioni. Una squadra popolare, che vanta anche una formazione femminile e una juniores, che offre la possibilità di allenarsi gratuitamente senza distinzioni etniche, di genere o di religione. 

Stranieriincampania ha chiesto ad uno dei componenti della squadra, Alberto Gentile, di raccontarci l’iniziativa e la storia di ZO Rugby.

Ci racconta come nasce Zona Orientale Rugby Popolare di Salerno?

La Zona Orientale Rugby Popolare Salerno è la squadra di rugby popolare di Salerno. Il progetto, che amiamo definire di utopia sportiva, nasce in primis sull’onda lunga delle lotte condotte dal Comitato “Giù le mani dal Porticciolo”, che si opponeva alla costruzione del quinto porto di Salerno nella cornice dell’antico borgo marinaro della periferia Est di Salerno. Tra le varie attività promosse dal comitato, ci furono due edizioni di “Porticciolo Senza Frontiere”, una sorta di olimpiade estiva svoltasi sulle spiagge del Porticciolo, in cui si tennero anche tornei di beach rugby aperti a tutti e tutte, al quale parteciparono, tra gli altri, gli All Reds di Roma, i nostri fratelli e sorelle maggiori.

In secondo luogo, si viveva un periodo in cui gli antifascisti salernitani ragionavano sulla necessità di dare vita ad un’esperienza di sport popolare nell’ottica di togliere spazio ai fascstii nelle periferie. Contro ogni previsione, nell’assemblea decisiva i rugbisti erano la maggioranza! Così, a febbraio 2015, iniziarono i primi allenamenti, e il 2 novembre dello stesso anno vide la luce l’associazione sportiva dilettantistica.

Il nome è una sorta di dichiarazione di intenti: la squadra nasce nella zona orientale di Salerno, popolosa periferia della seconda città della Campania, con la voglia di vivere i nostri quartieri come spazi di riscatto e innovazione sociale. Tre i pilastri alla base del progetto: antifascismo, antirazzismo e antisessismo, inseriti anche nello statuto. L’autogestione e l’autofinanziamento le pratiche scelte per portarlo avanti. Una squadra che è una presa di coscienza collettiva.

 

Quali sono le vostre attività ordinarie fuori e dentro il campo?

Crediamo fortemente nello sport come diritto di tutti e di tutte, contro ogni forma di violenza, prevaricazione, discriminazione, fascismo e razzismo. Abbiamo 2 squadre seniores, maschile e femminile, entrambe iscritte ai campionati federali da 3 anni. Quest’anno abbiamo anche lanciato il progetto della giovanile.

Al di fuori del rettangolo di gioco, costruiamo aggregazione e socialità nei quartieri promuovendo iniziative sociali, politiche e culturali, anche in collaborazione con altre realtà a noi affini.   

Ci parla anche della squadra dei più piccoli e quella femminile, come sono nate?

Il minirugby è una sorta di progetto nel progetto della Zona Orientale. Senza i giovani non c’è futuro, cerchiamo quindi di educare i più piccoli al gioco, al rispetto dell’altro e, in generale, ad una visione dello sport in cui il risultato è messo in secondo piano.

La squadra femminile, le “barbare”, è al momento il nostro fiore all’occhiello, perchè  nel 2017 abbiamo riportato a Salerno il rugby giocato dalle ragazze dopo un’assenza di circa 6 anni. Tuttora siamo l’unica realtà in provincia di Salerno con una squadra di rugby femminile. Quest’anno è arrivata anche la prima vittoria di tappa in Coppa Italia Seven (il campionato a cui partecipano le ragazze).

Quali sono le iniziative messe in campo in questo momento di emergenza?

Abbiamo lanciato subito, seguendo il consiglio dei nostri compagni e delle nostre compagne di squadra medici, la campagna #sangheanema per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza di continuare a garantire donazioni di sangue, di cui beneficiano quotidianamente circa 1.800 persone, nonostante la psicosi da coronavirus.

In un secondo momento siamo scesi in campo al fianco del quartiere che da qualche mese ospita i nostri allenamenti, Sant’Eustacchio, con l’iniziativa #alimentiamoilsostegno, una raccolta fondi destinata all’acquisto di pacchi alimentari da distribuire tra i soggetti più a rischio di questa quarantena: famiglie numerose, indigenti, migranti, donne sole con bambini a carico. Parallelamente, garantiamo un presidio fisico e logistico presso la parrocchia di quartiere per la composizione e la distribuzione di generi alimentari. In poco più di una settimana, abbiamo raccolto oltre 3.000 euro da più di 80 donatori, contribuendo alla realizzazione di 250 pacchi alimentari.

A chi sono rivolte?

Come dicevamo prima, la campagna #alimentiamoilsostegno punta a non lasciare #nessunoindietro, quindi nemmeno gli invisibili, i marginalizzati, gli ultimi. Tutte quelle soggettività che rischiano di sfuggire sia ai sussidi delle istituzioni che dai rifornimenti dei banchi alimentari. Crediamo sia necessario, allargando l’orizzonte, garantire a tutte queste persone un reddito di emergenza. Un primo, piccolo passo verso il potenziamento di un sistema di welfare incapace di garantire loro dignità e diritti.

Come donare?

E’ possibile contribuire in due modi, tramite:

– bonifico sull’iban: IT06 B035 9901 8990 5018 8538 873, BIC:CCRTIT2TXXX, intestato a Zona Orientale Rugby Popolare Salerno – Causale “Donazione emergenza COVID-19”

– versamento Paypal al seguente link, togliendo la spunta da “devi pagare beni e servizi” —> https://paypal.me/alimentiamosostegno?locale.x=it_IT

Come si può accedere ai servizi che offrite?

E’ possibile mettersi in contatto con noi attraverso la nostra pagina Facebook, inviando una mail a zonaorientale.rugby@gmail.com, o chiamando il numero 329.4070971.

C’è qualche altra iniziativa in cantiere?  

Stiamo cercando di strutturare una sorta di rete tra le varie realtà sociali attive nei quartieri. Un servizio che al momento le istituzioni non riescono a garantire.