“Il diritto a raccontare e a raccontarsi”: aperte le iscrizioni al corso di giornalismo partecipativo e crossmedialità
Il tema centrale dell’informazione italiana dello scorso anno è stato l’immigrazione, come avevamo già spiegato nell’articolo dedicato al rapporto “Notizie senza approdo” realizzato dall’Associazione Carta di Roma, dall’Osservatorio di Pavia e da Demos&Pi. I problemi nascono anche dal tipo di narrazione che viene proposta dai media italiani che spesso è negativa e, soprattutto, lascia poco spazio agli stessi migranti.
Proprio per promuovere un modello diverso di narrazione nasce il corso di giornalismo partecipativo e crossmedialità “Il diritto a raccontare e a raccontarsi”, realizzato nell’ambito del progetto Ciak MigrAction, co-finanziato dall’AMIF, che si propone di aumentare la consapevolezza sul contributo dei migranti nelle società europee e promuovere una narrazione dei processi migratori basata su dati e fatti reali in Italia, Grecia, Austria, Ungheria. Quattro paesi in cui l’opinione pubblica è spinta verso una rappresentazione sfavorevole e spesso falsata del fenomeno migratorio. L’obiettivo, infatti, è quello di creare e diffondere una narrazione positiva delle notizie e delle informazioni legate all’immigrazione.
Il corso, della durata di 24 ore, affronterà gli stereotipi che caratterizzano le relazioni e li ribalterà per una narrazione più giusta che crei e pratichi cittadinanza. Il laboratorio condividerà le tecniche e i metodi di narrazione con gli strumenti che tutti abbiamo a disposizione, come gli smartphone, per la costruzione e realizzazione del proprio progetto narrativo. Il corso è rivolto a giovani dai 17 ai 25 anni, preferibilmente con background migratorio. Per iscriversi occorre compilare il modulo e inviarlo a officinegomitoli@coopdedalus.org e il questionario, tutto entro il 29 febbraio 2020.
Programma
SMONTARE STEREOTIPI – COSTRUIRE UN RACCONTO
A cura di CHRISTIAN ELIA
l laboratorio si divide in due parti: una prima dedicata alla mappatura delle grammatiche dello stereotipo: media mainstream, cinema, letteratura e musica. Dopo la condivisione delle scelte narrative che creano stigma, si passa a una fase laboratoriale nella quale si sviluppa lo storyboard di una storia – flessibile e adattabile per tutti i linguaggi possibili (graphic novel, reportage, teatro, documentario) che parte da una decontaminazione del linguaggio per arrivare a una progettualità condivisa, ma depurata da falsi buonismi tanto quanto da stereotipi e pregiudizi.
13 marzo h. 16-19
14 marzo h. 10-13
TUTTO IN UNO SMARTPHONE – STRUMENTI PER NARRARE
A cura di FRANCESCO DELIA
Illustrazione delle tecniche primarie di ripresa audio-video con gli smartphone, inventario e utilizzo delle attrezzature basilari e accessori, output narrativi classici e crossmediali. Il laboratorio dimostrerà come è possibile, con il solo smartphone, produrre, postprodurre e distribuire contenuti, instaurare relazioni, verificare fonti e fare network a scopi narrativi con ogni persona in ogni luogo.
20 marzo h. 16-19
21 marzo h. 10-13
DECOLONIZZARE LO SGUARDO – COSTRUIRE UN RACCONTO
A cura di KARIM METREF
La prima parte del laboratorio è sull’individuazione degli stereotipi nei media italiani, sull’utilizzo consapevole e inconsapevole di questi nelle narrazioni di tutti giorni. Su come si è usati e su come li si usano gli stereotipi e le relazioni che instaurano. Una volta individuati e decostruiti la seconda parte del laboratorio e sull’elaborazione di una narrazione collettiva che racconti i veri legami sociali della realtà che viviamo.
27 marzo h. 16-19
28 marzo h. 10-13
IN UNA PIAZZA TANTI PUNTI DI VISTA – STRUMENTI PER NARRARE
A cura di ALESSANDRO DI RIENZO
Il diritto a raccontare la propria storia. Il laboratorio simulerà il lavoro di una redazione per l’elaborazione, la produzione e la diffusione dei materiali narrativi prodotti. Scelta di un racconto e del formato, individuazione e interazione con i diversi punti di vista, edizione e pubblicazione della narrazione.
3 aprile h. 16-19
4 aprile h. 10-13