Ex Canapificio Caserta “Noi non cacciamo nessuno!”

Ex Canapificio Caserta “Noi non cacciamo nessuno!”

 

L’Ex Canapificio denuncia l’interruzione del percorso di accoglienza per 56 dei beneficiari del Siproimi di Caserta.

“Lo Stato ci ha imposto d’interrompere per l’ennesima volta la loro vita, di parcheggiarli in un centro di accoglienza straordinario mentre si decide sulle loro sorti, sul loro permesso di soggiorno! – denuncia una nota diffusa nelle scorse ore – Parliamo di persone, non di pacchi da spostare!”.

Il progetto Siproimi, ex Sprar, di Caserta accoglie 200 persone, tra richiedenti asilo e rifugiati, di cui 8 donne con bambini. È gestito dal Centro Sociale Ex Canapificio e da Casa Rut Caserta, con un’ampia rete di partner tra cui Caritas, Comitato Città Viva, e gli atenei di Napoli e Caserta.

I 56 beneficiari a cui si riferisce la nota dell’Ex canapificio sono 54 persone che hanno fatto richiesta di protezione internazionale alla commissione, ricevendo un diniego e con un ricorso pendente (il cui tempo medio per l’elaborazione è di circa un anno e mezzo), e 2 richiedenti asilo, in attesa di prima risposta della commissione da ben 8 mesi. Tutti loro, in seguito all’emanazione della  circolare n.prot. 24786 del 19.12.19, subiranno la sospensione delle spese per l’istruzione, la formazione professionale e l’inclusione sociale, nell’attesa di essere trasferiti in centri di accoglienza straordinari (CAS) predisposti dalle Prefetture, dove percorsi di integrazione e formazione non sono previsti.

Questo avviene, prosegue la denuncia dell’Ex Canapificio “applicando in maniera restrittiva e retroattiva il decreto Salvini, ovvero applicando la stretta anche a coloro che sono entrati nel percorso di accoglienza quando il decreto Salvini non era ancora in vigore ovvero, nel nostro caso, al 99% dei nostri 56 ragazzi”. L’Organizzazione prosegue ricordando la sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce come i Decreti Sicurezza non trovino applicazione retroattiva.

I 56 migranti coinvolti nella protesta del Centro Sociale, che ha annunciato che non interromperà in nessun modo la loro accoglienza (“Noi non abbiamo intenzione di cacciare nessuno e difenderemo con ogni mezzo a nostra disposizione”), provengono da Ghana, Costa d’Avorio, Senegal, Mali, Nigeria, Guinea, Gambia, Niker, Pakistan, Bangladesh, Camerun, e Sierra Leone. Per tutti loro, che hanno una età media di 25 anni, il futuro a Caserta e in Italia, rimane incerto, sospesi in un limbo burocratico e politico che mette a rischio il loro percorso di integrazione.