Episodio razzista contro la RFC Lions. Intervista a Maurizio Affuso
La RFC Lions Ska è una realtà sportiva antirazzista molto conosciuta, in Campania e non solo, che Stranieriincampania ha già incontrato in passato (qui la nostra intervista della scorsa primavera). Purtroppo, durante una partita campionato di terza categoria contro il Cervino Calcio, la squadra e i suoi giocatori sono stati vittime di pesanti episodi di razzismo. Abbiamo parlato con Maurizio Affuso, presidente della squadra, per farci raccontare come sono andati i fatti.
Non deve essere stato bello iniziare l’anno calcistico in questo modo. Puoi accennarci a come si sono svolti i fatti?
Grazie innanzitutto per aver la possibilità di parlare del nostro progetto. No, non è stato affatto bello iniziare l’anno in questo modo, anche se l’episodio è successo prima dell’inizio dell’anno. Abbiamo deciso di mandare dopo il comunicato [con cui la squadra denunciava pubblicamente l’accaduto] in attesa che si calmassero le acque e soprattutto perché attendavamo il responso del giudice sportivo, dal quale non è uscito praticamente niente. Anche l’arbitro, che ha subito egli stesso diverse intimidazioni da parte di alcuni giocatori e della tifoseria, non ha riportato nulla. Secondo noi per quieto vivere.
Durante l’intera partita, per provocazione o per ignoranza, spesso e volentieri i nostri ragazzi africani sono stati insultati con frasi del tipo ‘stu nir’ ‘stu nir e merd’ (nero di merda) e alcuni – ma pochissimi – tifosi venuti a vedere la partita si sono macchiati di selvaggi e brutali commenti del tipo ‘fann buon quann affonn i barcun’ (è giusto quando affondando i barconi).
Siamo dispiaciuti che da parte del Cervino Calcio ci sia stato un contro-comunicato dove addirittura ci hanno dato dei bugiardi ma noi ci sentiamo fin troppo bene, eravamo in campo, eravamo negli spogliatoi, e abbiamo sentito tutto e sinceramente non abbiamo paura di nessuno e dobbiamo dire le cose così come sono andate.
Qual è lo stato d’animo della squadra dopo questo brutto episodio?
Di forte rabbia. Ci teniamo a ribadire che gli episodi accaduti hanno coinvolto poche persone ma che questi ci sono stati e che hanno segnato in modo indelebile quello che è stato il match che ci ha visto poi sconfitti per 3 a 2 con successive ripercussioni: domenica abbiamo giocato nuovamente e abbiamo perso 7 a 2 con dei ragazzi totalmente privi di motivazione.
Immagini sempre che determinati tipi di episodi debbano avere una contro-risposta e dare la possibilità ai ragazzi di reagire… ma non è stato questo il caso, sono molto demotivati.
Purtroppo non è la prima volta che episodi del genere vi coinvolgono. Quali pensi possa essere una risposta efficace delle autorità sportive a questi episodi di razzismo?
No, non è la prima volta. In 9 anni di esistenza della squadra ci è già successo di subire determinati atteggiamenti razzisti da parte di alcuni giocatori o di una piccola parte della tifoseria avversaria.
Non ci faremo mai il callo, non faremo mai finta che tutto questo non entri nelle nostre orecchie e nelle nostre menti ma saremo sempre sul pezzo a combattere questi atteggiamenti razzisti che non fanno assolutamente bene allo sport in generale ma tantomeno alla nostra
comunità.
Avete ricevuto molta solidarietà. Cosa pensi possa fare la società civile contro il razzismo nello sport?
È stato bello ricevere tanta solidarietà da tante realtà di sport popolare, anche l’Anpi di Caserta ci ha mandato un messaggio di solidarietà, ma messaggi sono arrivati dalla Germania, dai Paesi Baschi, dall’Inghilterra, dalla Francia, dall’America. Tutto sta nel denunciare questi episodi: noi ci sentiamo vittime ma allo stesso tempo ci sentiamo portatori di sani principi e valori che subiscono sempre in tutti i campi di calcio, non solo in Italia ma di mezzo mondo, atteggiamenti razzisti. Questi episodi vanno denunciati e noi staremo sempre lì, non molleremo mai un centimetro.
Un’ultima domanda a un anno dalla nostra ultima intervista: nuovi progetti e nuove prospettive della squadra? Novità in vista?
Abbiamo continuato il nostro percorso con RFC Lions: siamo ormai una polisportiva che ha abbracciato anche altri sport come il basket. Con la pallacanestro in questo momento viviamo un bel momento, veniamo da svariate vittorie e questo ci soddisfa molto, non avendo mai vinto invece lo scorso anno.
Nel calcio la squadra è cambiata parecchio, è composta da molti giovani fratelli africani che hanno la necessità di ingranare in quello che è il nostro genere di gioco.
La cosa importante è esistere come progetto, ovvero il fatto che loro possano avere tempo
da dedicare a questa realtà, il fatto che loro possano esserne parte integrante dà loro un motivo per ritrovarsi su questo territorio non solo per lavorare, per tentare di avere un futuro, ma anche avere una valvola di sfogo, di avere qualcosa che li faccia sentire più integrati, che li faccia sentire più famiglia.
È questo quello che siamo e questo è quello che saremo sempre.