Coltivare giovani talenti: l’orto dei ragazzi del Sai di Caserta

Si è concluso il corso di orticoltura, organizzato dalla Cooperativa Sociale CSC per i minori stranieri non accompagnati residenti nei Sai di Caserta. L’idea nasce dalla collaborazione con la Coldiretti Caserta, che ha orientato gli organizzatori verso un settore, quello dell’agricoltura, che offre diversi sbocchi lavorativi, ma il laboratorio ha rappresentato per i partecipanti una possibilità di trascorrere qualche ora all’aria aperta a contatto con la natura e magari di scoprire una nuova passione. 

Ad accogliere i ragazzi – 9 provenienti da Bangladesh, Egitto, Guinea e 6 di Caserta – è stato Salvare Sticca, che ha messo a loro disposizione un terreno agricolo nel comune di Sparanise. Un’iniziativa che ha attirato l’attenzione degli abitanti del paese, incuriositi dall’arrivo dei giovani “agricoltori”, come ha raccontato a Stranieriincampania l’esperto che ha seguito il corso in qualità di docente, Alessandro Angiuioni.

Benvenuto Alessandro, raccontaci come è andato questo corso, partendo magari proprio dalla reazione degli abitanti di Sparanise

Sì, in effetti questa iniziativa ha attirato molta attenzione, il Paese ha iniziato a parlare di questi ragazzi stranieri che facevano questa attività. Tutto questo movimento ha creato un po’ di curiosità e ha dato un po’ di vita alle persone dopo il periodo che abbiamo vissuto tutti.

Di cosa si sono occupati i ragazzi?

Salvatore ci ha messo a disposizione un orto familiare dotato di tutti gli strumenti e le attrezzature necessarie per portare avanti il lavoro, così abbiamo potuto affrontare la preparazione del terreno, provando tutti quegli attrezzi manuali che si usano in agricoltura. Per esempio abbiamo utilizzato l’irrigazione a goccia che favorisce il risparmio di acqua, abbiamo piantato i semi e lavorato dopo la piantumazione. Devo ringraziare davvero, Salvatore Sticca che si è messo a disposizione nostra e dei ragazzi. Ci ha voluto offrire anche il pranzo, ma alcuni di loro erano in ramadan e comunque se lo sono portati a casa per mangiarlo alla sera. 

Come è nata l’idea del corso di orticoltura?

La Coldiretti Caserta si è spesa tanto nel partenariato con CSC. L’attività di Coldiretti è diretta soprattutto all’inserimento sociale e lavorativo dei ragazzi. Il direttore Miselli è pienamente consapevole che il lavoro di agricoltura è svolto soprattutto dai ragazzi stranieri, quindi questo corso ha davvero l’obiettivo di preparare i ragazzi al lavoro, se vorranno intraprendere questa strada, perchè in questo settore c’è possibilità. E loro, oltre al sostentamento, hanno bisogno di un lavoro regolare per poter rimanere in Italia. Per il Sud Italia, questo settore è importantissimo, oggi i nostri prodotti sono esportati ovunque nel mondo. 

Hai già avuto esperienze di questo tipo?

Per me è la seconda volta che mi capita di lavorare con persone di origine straniera, ma non era in orticoltura ed erano grandi di età. Io sono anche un professore di chimica in un liceo e devo dire che i ragazzi stranieri si impegnano tantissimo. Non voglio fare un paragone con i ragazzi italiani, dico solo che hanno una maggiore consapevolezza che studiare e imparare è un’opportunità per loro. Anche rispetto all’educazione che hanno avuto con me come docente, loro hanno avuto estremo rispetto per la figura del professore, anche se sono molto giovane come insegnante ed era facile, magari, prendersi un po’ di confidenza in più.

 Come hanno vissuto i ragazzi questa esperienza?

Come uno scambio culturale a tutti gli effetti, perché anche noi docenti siamo affascinati dalla loro storia, dai loro modi di fare, dalla loro cultura e anche loro sono incuriositi dalle nostre usanze ed è normale che, quando poi si va a fare lezione, ci sia anche uno scambio di informazioni, di confidenze. Questo li affiata maggiormente e gli offre la possibilità di migliorare la loro qualità della vita qui in Italia e di migliorare ancora di più con la lingua, di non fermarsi alle comprensioni basilari e questo spinge loro a capire noi, quali possono essere le nostre abitudini, da quelle più semplici alle più complesse. Sono dei corsi che vanno oltre la parte tecnica, in questo caso l’orticoltura, e ai ragazzi resta tantissimo. Anche non essendo un antropologo, mi rendo conto che per loro è stata un’occasione per imparare tante cose. 

Da giovane docente, come hai vissuto tu questa esperienza?

Per me è stato veramente bello, si è creata quasi una famiglia, perché quando passi tanto tempo insieme, alla fine si crea un rapporto forte. Io credo che il merito sia dei ragazzi che sono stati bravissimi e mi hanno dato tanta soddisfazione perché, già dalla prima lezione pratica, si sono messi d’impegno e alla fine hanno creato un orto bellissimo, veramente da azienda agricola. Mi sono reso conto che loro si sono appassionati, si sono messi in gioco nella loro formazione.  

Sappiamo che i ragazzi si sono appassionati particolarmente al corso, tanto da farti una proposta particolare

Sì, insieme, siamo riusciti anche a realizzare un piccolo orto urbano sul balcone dove dimorano. Abbiamo creato quasi un piccolo giardino pensile, usando i vasi e le piante più apprezzate da loro da poter usare in cucina. Spero davvero che queste attività permettano loro di trovare un lavoro e restare in Italia per realizzare i loro sogni.

Napoli, 4 giugno 2021