L’appello e le iniziative delle Agenzie ONU per la salvaguardia di rifugiati, sfollati, apolidi, migranti 

L’appello e le iniziative delle Agenzie ONU per la salvaguardia di rifugiati, sfollati, apolidi, migranti 

 

“Potremo sconfiggere questo virus solo quando a ciascuno di noi sarà assicurata protezione.”, questo è il cuore dell’appello lanciato da UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), OIM (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni), WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità), OHCHR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani).

L’appello pone l’accento sul fatto che tre quarti dei rifugiati e numerosi migranti sono accolti in paesi in via di sviluppo in cui gli standard sanitari non possono assicurare adeguata protezione: campi e centri di accoglienza sovraffollati, alloggi di fortuna e insediamenti in cui non è garantito un adeguato accesso all’assistenza medica ma anche ai più basilari servizi igienico-sanitari, spesso neanche l’acqua potabile. Per far fronte a un’emergenza, quella del COVID-19, in cui tutti siamo vulnerabili non si può lasciare indietro qualcuno: “La pandemia – si legge – si può contenere solo se viene adottato un approccio inclusivo capace di proteggere i diritti alla vita e alla salute di ogni singolo individuo. Migranti e rifugiati sono vulnerabili in modo sproporzionato rispetto al rischio di esclusione, stigma e discriminazione, in particolare quando privi di documenti”.

Da qui una richiesta ai governi di tutto il mondo: “fare tutto quanto in loro potere per proteggere i diritti e la salute di ciascuno”, solo così si consentirà di contenere la diffusione del virus.

Come farlo dunque? Se la salvaguardia della salute del singolo diventa una questione di salute pubblica, è necessario che per le nazioni più in difficoltà in questo campo vi sia una iniziativa volta a sostenerle economicamente nello sforzo di assicurare a tutte e tutti la protezione adeguata: “le istituzioni finanziarie di tutto il mondo possono svolgere un ruolo guida nel rendere disponibili i fondi richiesti”. L’approccio internazionale  – “coerente, efficace, inclusivo” – diventa quindi fondamentale per ridurre al minimo la minaccia del contagio, una risposta globale che non può essere compromessa da “paura o intolleranza”.

In riferimento all’emergenza COVID-19, inoltre, si segnala che l’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM ha realizzato, come altre realtà del settore, volantini informativi in lingua.

Un documento, tradotto in ben 26 lingue (amarico, arabo, bambara, bengalese, cinese, curdo, edo, inglese, esan, francese, fula, igbo, italiano, mandinka, hausa, pashtu, pidgin, rumeno, russo, somalo, soninke, spagnolo, tigrino, urdu, wolof, yuruba), che contiene brevi spiegazioni sulla trasmissibilità del virus e descrive le regole base da seguire, seguendo le indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO).

È possibile scaricare i documenti qui.

L’UNHCR, invece, in collaborazione con ARCI, ha realizzato una piattaforma multilingue, sul COVID-19 in Italia. La piattaforma, raggiungibile qui, contiene informazioni utili per contenere il contagio ma anche indicazioni burocratiche sul riconoscimento della protezione internazionale in questo periodo e i contatti di tutte le Commissioni Territoriali in Italia (a questo link) oltre ad indicazioni multilingue per gli operatori (a questo link). È inoltre attivo un numero verde per rifugiati e richiedenti asilo (800905570 e, da Lycamobile, 3511376355).