Accesso agli alloggi pubblici: “illegittimi e discriminatori” i vincoli per gli stranieri

 

Per l’accesso agli alloggi pubblici è illegittimo il vincolo di residenza di 5 anni e l’obbligo per i cittadini stranieri di presentare documenti del paese di origine che attestino l’assenza di proprietà. E’ quanto stabilito dal Tribunale civile di Milano con l’ordinanza emessa il 27 luglio scorso. L’azione giudiziaria promossa da ASGI, NAGA e CGIL Lombardia nasce contro le clausole discriminatorie introdotte dalla Regione che avevano escluso dalle graduatorie numerosi cittadini stranieri a causa dell’impossibilità di reperire determinati documenti dal paese di origine. 

Le associazioni, assistite dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, avevano contestato il requisito di 5 anni di residenza introdotto dalla Lombardia. Lo stesso requisito era poi stato inserito in numerosi bandi per l’accesso a servizi assistenziali da numerose amministrazioni locali di altre regioni. Il giudice ha dovuto chiamare in causa la Corte Costituzionale che si era pronunciata dichiarando incostituzionale il requisito con la sentenza n.44 dello scorso marzo. 

Il giudice Martina Flamini si è poi dovuta pronunciare sull’altra questione riguardante la richiesta di documenti aggiuntivi e ha dichiarato la richiesta illegittima e discriminatoria, poiché la dimostrazione di assenza di proprietà immobiliari deve essere la medesima sia per gli italiani sia per gli stranieri, mentre l’obbligo di verifica resta in capo alle autorità fiscali nazionali. 

 “La Regione Lombardia deve modificare il predetto Regolamento Regionale – si legge nell’ordinanza del Tribunale – consentendo ai cittadini stranieri l’accesso al bando in condizioni di parità con i cittadini italiani e deve altresì pubblicare il presente provvedimento, per una volta, sul quotidiano Il Corriere della Sera e sul sito web della Regione”.

L’ordinanza ha così costretto tutti i comuni della Lombardia a correggere i bandi per le assegnazioni degli alloggi pubblici e ha fatto da monito per molte altre regioni che si stavano muovendo nella stessa direzione. 

“Le associazioni ricorrenti esprimono la piena soddisfazione per un risultato che elimina due ostacoli, non solo discriminatori ma anche del tutto illogici, per la creazione di un sistema di accesso agli alloggi basato su una vera equità e sulla attenzione al bisogno” ha dichiarato l’Asgi in una nota.