A Mugnano integrazione e cucina con GustiAmo il Mondo

“Quando si cucina tutti insieme tutti sorridono, tutti sono felici” afferma Naima, dal Marocco, tra le partecipanti del laboratorio GustiAmo il Mondo, una delle attività del progetto Sprar Amami di cui il Comune di Mugnano è capofila con Cidis Onlus e Cooperativa sociale Lilliput come enti attuatori

Realizzato con la collaborazione della Pro Loco di Mugnano, GustiAmo il Mondo ha preso il via lo scorso 6 marzo ed ha visto alternarsi ogni settimana esperimenti culinari con ispirazioni dal territorio e dal mondo: tutti i partecipanti si sono potuti misurare con ricette tipiche della cucina marocchina, somala e dello Sri Lanka ma anche con piatti tipici mugnanesi e campani in una serie di appuntamenti gratuiti e aperti a tutti.

StranieriInCampania ha partecipato all’incontro conclusivo del 24 aprile e ha raccolto alcune impressioni tra i cuochi amatoriali e gli organizzatori. Maria Esposito, Coordinatrice dello Sprar espone l’idea alla base del laboratorio: la condivisione tra i mugnanesi “storici” e i nuovi abitanti della città, gli ospiti dello Sprar, del momento di convivialità per eccellenza, quello della condivisione del cibo. Lo scambio di ricette, il gustare i piatti preparati insieme diventa esperienza interculturale fondante, momento di crescita condivisa e creazione di nuove reti di relazioni. “Molta gente si è messa in gioco” rivela “Non ci aspettavamo questa partecipazione. Possiamo dire che a Mugnano, anche con questo laboratorio, si è stretto un patto tra lo Sprar e la città di cui siamo molto contenti”.

GustiAmo il Mondo è stata una iniziativa fortemente sostenuta anche da Ciro Amendola e la moglie Modesta Bello, responsabili del Pink Panther, il locale che ha messo a disposizione gli spazi e le cucine per renderla possibile: “L’idea di ospitare il laboratorio nasce dalla passione per un mondo che viene bistrattato ed emarginato, dalla consapevolezza che l’integrazione oggi è fondamentale” ci dice Amendola “La scoperta di usi e costumi diversi dal nostro ci ha arricchito come persone” e aggiunge “Spero che possano nascere nuovi appuntamenti del genere e che possa aumentare la sensibilità nei confronti di quanti sono costretti a emigrare, che non ci sia più la cultura dell’indifferenza e del rifiuto”. La signora Ballo è stata anche tra i partecipanti attivi del laboratorio ed è lei che ha aperto l’ultimo appuntamento: si percepiva nelle sue parole l’emozione e l’importanza che per lei questa esperienza aveva avuto.  “Sono stata da subito entusiasta – racconta a margine – Noi italiani siamo stati e siamo ancora un popolo di emigranti: oggi, diventa doveroso accogliere” e aggiunge “lo scambio interculturale che si è creato – a partire da come ci si prende cura dell’ospite – ha arricchito ognuno di noi, a partire da me”. Al laboratorio ha partecipato anche  Maria Rosaria Liguori, spinta da una naturale curiosità verso le cucine africane e asiatiche: “Mi sarebbe piaciuta una ancora maggiore partecipazione dei cittadini di Mugnano, certo il momento storico non aiuta, ma ci si lavora passo dopo passo”.

Ad assistere all’ultimo incontro anche l’Assessora alle Politiche Sociali dell’amministrazione locale Valentina Canditone: “Questo corso di cucina è simbolico, considerando il valore per la nostra cultura del cibo come momento di incontro tra i più importanti, per creare integrazione con quelli che ormai sono nostri nuovi cittadini a tutti gli effetti”. Le chiediamo dell’indebolimento dello Sprar attuato da recenti disposizioni: “Quella dello Sprar è per noi una esperienza bellissima che rientra a pieno nel “vivere civile”, specialmente in questo momento particolarmente complicato. Fronteggiamo il depotenziamento del sistema con forza e entusiasmo: noi lo Sprar sul territorio lo vogliamo, è una priorità: abbiamo lavorato molto per averlo e lavoreremo ancora per far sia che ci sia”.

Ritorniamo da Naima, ci parla dei piatti della sua terra che ha preparato con gli altri, delle pietanze tipiche del periodo del Ramadan e della gioia di poter condividere e  confrontare tradizioni attorno al tavolo delle preparazioni. Per lei la cucina napoletana è “troppo bellissima” e non vede l’ora di continuare a sperimentare. Nell’entusiasmo delle sue parole e nella passione con cui insieme alle altre partecipanti affronta la ricetta di oggi si percepisce tutto il valore di questa iniziativa, un tassello ulteriore che crea quotidianamente integrazione.