8 Marzo, Unicef: Le bambine di tutto il mondo possono davvero essere ciò che vogliono?
I numeri pubblicati dall’Unicef nel rapporto del 2019 ci offrono una panoramica sulle piccole donne nel mondo, raccontandoci di 15 milioni di ragazze adolescenti vittime di violenza sessuale, 12 milioni ogni anno di spose bambine, 200 milioni circa di donne e ragazze sottoposte a mutilazioni genitali, 131 milioni di ragazze che non frequentano la scuola.
Da questa premessa nasce la campagna di quest’anno dell’Unicef per l’8 marzo, “Giornata internazionale dei diritti della donna”, celebrata con il video dal titolo “Posso essere quello che voglio?”. Anna Magnani, Amelia Earhart, Frida Kahlo, Marlene Dietrich, Madre Teresa di Calcutta, Anna Frank e Greta Thunberg sono alcune delle protagoniste del video scelte come esempi di forza e di coraggio. “Ma è davvero per tutte così?” Lo spot mette in evidenza la fortuna di nascere dalla parte giusta del mondo, ponendo l’attenzione sulla situazione di chi vive “senza pace, senza scuola, senza libertà e senza casa”.
“In altri Paesi, come l’Italia, l’emergenza si nasconde dietro una serie di norme socialmente accettate che ostacolano le pari opportunità. Una donna è spesso costretta a scegliere fra la carriera o la famiglia, deve affrontare più ostacoli per affermarsi e per essere riconosciuta e trattata con il rispetto che merita”, afferma l’Unicef nel comunicato. A dimostrazione che la strada verso l’emancipazione è ancora molto lunga e che persistono nelle società occidentali ancora molte difficoltà nonostante ci siano solidi strumenti per contrastarle.
Ecco perché la campagna di quest’anno riprende il titolo di quella del 2019 in cui “Posso essere quello che voglio” era un’affermazione. Nel 2020 diventa una non semplice domanda, posta come provocazione per comprendere se le bambine nel mondo possono essere davvero quello che vogliono. Perché chi vive in territori di guerra, chi ha a che fare con le migrazioni ed i cambiamenti climatici ha bisogno di avere l’umanità dalla sua parte per vedersi garantite tutte le possibilità di successo e di vita di cui ogni essere umano ha diritto.
Cosa fare allora? Per l’Unicef è sufficiente “stare dalla parte delle bambine, solo così si può essere davvero madri, figlie, ribelli, fragili, libere e ciò che più si desidera. Per le donne di oggi e di domani, perché possano essere quello che vogliono. Sempre”